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mercoledì 1 Ottobre 2025
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Il Nido di Ana in Parlamento, presentato il progetto pilota sul Lazio: “Il peso del silenzio, Fibromialgia e violenza di genere”

Il 17 per cento delle persone con diagnosi di fibromialgia ammette di subire o avere subito episodi di violenza domestica. E’ il dato presentato martedì alla Sala Stampa della Camera dei Deputati, dove è stata lanciata l’indagine congiunta promossa da CFU-Italia e Nido di Ana, Il peso del silenzio,  per verificare l’esistenza di un nesso tra violenza subita e insorgere della patologia. Indagine che parte proprio dal 17 per cento – su un primo campione di 5mila test analizzati – emerso da una prima indagine nazionale, e ancora in corso, di CFU-Italia finalizzata a comprendere prassi diagnostiche e qualità della vita delle persone con fibromialgia. Di qui il nuovo percorso, parallelo e autonomo, con Nido di Ana. Partenza sul Lazio, successiva estensione al resto d’Italia. A spiegarne necessità e finalità sono state la Presidente Barbara Suzzi (CFu-Italia) e Angela Vigilante (Nido di Ana), che hanno posto l’attenzione sul fatto che le donne che subiscono violenza, ha rimarcato Vigilante, “contano il doppio o il triplo di patologie rispetto a coetanee che non l’hanno subita. Una donna su 3, secondo l’OMS, ha subito violenza, con conseguenze fisiche e psicologiche”.

Proprio “il dolore cronico diffuso è uno dei sintomi più evidenti”. Vigilante (medico e referente per il Lazio, anche, del gruppo di studio Medicina di Genere della società scientifica FADOI) è entrata anche nel merito dello studio prospettico EpiWE  (Epigenetics for Women) realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con varie Università Italiane su donne vittima di violenza di genere reclutate nei Pronto Soccorso e nei Centri Antiviolenza, che ha confermato come il trauma della violenza possa portare a modificazioni genetiche.  Da Barbara Suzzi la puntualizzazione che “non si sta affermando che chi subisce violenza diventa fibromialgica o chi ha la fibromialgia ha subito violenza, sarebbe una semplificazione dannosa. Noi, insieme, vogliamo indagare il legame laddove c’è”. Lo svolgimento della nuova indagine è stato spiegato dalla vice Presidente di Nido di Ana nonché referente per il Lazio di CFU-Italia, Nicoletta Giuli.

“Due differenti questionari saranno indirizzati alle donne con fibromialgia e alle donne ospiti dei CAV e delle case rifugio. Un primo report sarà fatto tra 8 mesi, si tiene conto del fatto che chi subisce violenza ha un tempo di metabolizzazione piuttosto lungo, che può superare i 6 mesi, e la chiusura tra un anno, a fine settembre 2026. Si parte sul Lazio grazie alle reti associative che già hanno aderito –  puntualizza Vigilante – l’obiettivo è poi estenderlo a livello nazionale. L’evento è stato organizzato su iniziativa dell’onorevole Sergio Costa, Vice Presidente della Camera dei Deputati, che ha parlato di “due sofferenze che si intrecciano e che lo Stato non può ignorare”.

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