ZES, il Lazio resta fuori. Federlazio: “Rieti ancora una volta penalizzata”

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La recente estensione della Zona Economica Speciale (ZES) alle regioni Marche e Umbria, dopo l’iniziale applicazione alle otto regioni del Mezzogiorno, penalizza il nostro territorio, che rimane escluso dai benefici della misura. La zona  ZES del Mezzogiorno, in cui dal 1° gennaio 2024, sono state unificate tutte le zone ZES create dal 2017, è stata  creata per sostenere l’attività d’impresa nei territori dove lo sviluppo imprenditoriale era  frenato da ritardi strutturali, economici o infrastrutturali.  La mancata inclusione nella Zona ZES della nostra provincia, confinante con le regioni Abruzzo e Marche, penalizza ulteriormente il nostro territorio e rappresenta una minaccia per lo sviluppo imprenditoriale dello stesso. Non per mancanza di requisiti, ma per un paradosso statistico: i dati positivi della provincia di Roma alzano artificialmente le medie regionali, penalizzando altre province laziali tra cui Rieti. Rieti, in particolare, è la grande dimenticata. Un territorio che non cerca assistenza, ma chiede opportunità. Che non invoca sussidi, ma strumenti per competere ad armi pari: crediti d’imposta, semplificazioni burocratiche, incentivi agli investimenti, supporto all’internazionalizzazione. Esattamente ciò che una ZES dovrebbe offrire. Federlazio chiede con forza a tutti i rappresentanti delle istituzioni di farsi portavoce, in ogni sede, della richiesta di rivedere i criteri di accesso alla ZES, affinché non siano i numeri medi della Capitale  a decidere il futuro economico della nostra provincia. Rieti ha bisogno di politiche territoriali mirate, che non dimentichino chi parte da più lontano, ma ha voglia e diritto di correre al pari delle altre province confinanti. Così nella nota Federlazio Rieti  

A Vallecupola presentazione del libro “Falcone e Vespaziani. Un’alleanza per la verità” di Amalia Mancini

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Martedì 12 agosto, alle ore 17, a Vallecupola, si terrà la presentazione del libro “Falcone e Vespaziani” presso Palazzo Iacobuzzi in via Circonvallazione, 5. Insieme all’autrice, Amalia Mancini, saranno presenti la direttrice della Biblioteca, Maria Grazia Di Mario, il poeta Sandro Angelucci e l’avvocato Giovanni Vespaziani, protagonista della storia insieme a Giovanni Falcone.

Omaggio floreale al busto di Anita Garibaldi nel 176° anniversario della sua morte

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Una rappresentanza dell’Associazione Culturale Reatina “Domenico Petrini”, costituita da Daniela Acuti, presidente del Sodalizio, e da Lino Martini, presidente del Collegio dei Probiviri, nella ricorrenza del 176° anniversario della morte di Anita Garibaldi (4 agosto 1849 – 4 agosto 2025), ha deposto un mazzo di fiori sul monumento dell’eroina, sito nel parco di Via Liberato di Benedetto. Per celebrare degnamente la memoria di questa donna valorosa, riassumiamo a grandi linee gli ultimi giorni della sua incredibile vicenda terrena. Da Nizza raggiunse il marito Giuseppe a Rieti il 26 febbraio 1849, mentre questi era dedito all’arruolamento della Prima Legione Italiana, corpo di volontari che successivamente condusse alla difesa della Repubblica Romana, aggredita dal corpo di spedizione francese del generale Oudinot, giunto in Italia con il compito di ristabilire il potere temporale del Papa. Come noto, i coniugi Garibaldi dimorarono nel palazzo Colelli di Rieti fino al 13 aprile successivo, giorno in cui l’Eroe intraprese il lungo viaggio di trasferimento, nel corso del quale i volontari approdarono in un primo momento nella città di Anagni e infine sui bastioni romani di Porta San Pancrazio. Qui si copriranno di gloria imperitura nelle sanguinose battaglie combattute contro l’invasore. Contestualmente alla partenza del marito, Anita, noleggiata una vettura, fece ritorno a Nizza ma, protraendosi con incerte fortune le operazioni militari per la difesa di Roma, decise di raggiungere il marito per assicurargli sostegno, conforto e vicinanza (26 giugno). Caduta la Repubblica in mano francese (3 luglio), insieme con lui marciò verso le province del nord alla testa di un ardimentoso manipolo di uomini, decisi a sollevare quelle popolazioni contro gli occupanti francesi. Ma inseguita dai nemici e attesa a nord da potenti contingenti austriaci, la colonna fu costretta a rifugiarsi nella Repubblica di San Marino ove, constatata l’impossibilità di proseguire la lotta, Garibaldi sciolse la Legione e con i pochi volontari rimasti tentò di raggiungere Venezia. Anita, incinta di cinque mesi, era stanca e gravemente ammalata. Con lei al seguito Garibaldi si diresse verso la costa alla ricerca di un porto, onde imbarcarsi per la città lagunare, ancora in lotta contro gli Austriaci. Con un po’ di fortuna i fuggiaschi giunsero a Cesenatico, dove riuscirono a disarmare i gendarmi di un piccolo presidio austriaco e ad impossessarsi di tredici bragozzi da pesca, sui quali, la mattina del 2 agosto, si imbarcarono alla volta di Venezia. Ma gli Austriaci intercettarono la piccola flottiglia e catturarono dieci imbarcazioni. Fortunosamente Garibaldi ed Anita erano in una delle tre superstiti. Per sottrarsi alla cattura, veleggiarono verso la terraferma e con i pochissimi rimasti sbarcarono a Magnavacca. Poi, a marce forzate, raggiunsero le paludi di Comacchio. Per sfuggire più facilmente agli inseguitori, la comitiva si divise in piccoli gruppi. Rimasti in un campo, Garibaldi e Anita furono soccorsi da un repubblicano del luogo, il colonnello Bonnet, che aveva combattuto a Roma e, ferito, era tornato a casa. Trovarono riparo dapprima in una casupola, ove Anita fu assistita dalla sorella di Bonnet. Da lì attraversarono parte delle valli di Comacchio, si portarono in località Mandriole, frazione di Ravenna, e vennero ospitati nella fattoria del marchese Guiccioli. Per Anita, però, non vi era più nulla da fare. Il 4 agosto, a sera, spirò tra le braccia dell’Eroe. Per non causare noie a quella famiglia, Garibaldi pregò i compagni di seppellirne il corpo e ripartì verso l’Appennino. Era rimasto in compagnia del solo Leggiero. Insieme passarono in Toscana. Poi, raggiunta la costa tirrenica nei pressi di Follonica, s’imbarcarono e raggiunsero Portovenere, territorio sabaudo. Per i coniugi Garibaldi il periodo reatino fu uno dei più belli della loro esistenza. In futuro l’Eroe ricorderà sempre con gratitudine la generosa ospitalità ricevuta a Rieti. Qui ebbero il periodo più lungo e felice della loro vita coniugale in Italia, riuscendo anche a concepire il quinto figlio, purtroppo mai nato, come si è visto, per la tragica morte della donna nelle valli di Comacchio. In contemporanea con le celebrazioni promosse dall’«Instituto Cultural Anita Garibaldi» di Laguna, città brasiliana che ha dato i natali all’eroina, e dal suo infaticabile Presidente, l’ottimo avv. Adilcio Cadorin, nostro Socio Onorario, l’Associazione “Petrini”, da sempre impegnata nella ricerca storica e nella salvaguardia del patrimonio culturale di questo territorio, con l’omaggio floreale al suo monumento ha voluto onorare la memoria di una donna fedele e tenace, che ha dato molto alla causa della nostra unità nazionale, fino all’estremo sacrificio della vita. (Lino Martini)

“Stella al merito del lavoro” anno 2026. Modalità di presentazione delle domande

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Come ogni anno, il giorno 1° maggio, festa del lavoro, si rinnovano le cerimonie per la consegna della “Stella al merito del lavoro” ai soggetti insigniti, così come previsto dalla legge 5 febbraio 1992, n. 143. L’istruttoria delle proposte di conferimento di detta onorificenza per la selezione dei candidati meritevoli è curata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Le proposte di candidatura per l’anno 2026, ferma restando l’osservanza dei requisiti previsti dalla suddetta legge 5 febbraio 1992, possono essere inoltrate, seguendo le modalità già in uso, dalle aziende, dalle organizzazioni sindacali ed assistenziali o direttamente dai lavoratori interessati, alle Direzioni Interregionali del Lavoro e agli Ispettorati Territoriali del Lavoro aventi sede nei capoluoghi di Regione diversi da quelli su cui insistono gli IIL, entro e non oltre il termine del 15 ottobre 2025. Le proposte di conferimento relative ai lavoratori italiani all’estero, di cui all’art. 5 della legge in argomento, dovranno essere presentate alla rappresentanza diplomatica o all’Ufficio consolare di riferimento. Le candidature dovranno essere corredate dai seguenti documenti in carta semplice: 1) Autocertificazione relativa alla nascita; 2) Autocertificazione relativa alla cittadinanza italiana; 3) Attestato di servizio o dei servizi prestati presso una o più aziende fino alla data della proposta o del pensionamento, indicando obbligatoriamente l’attuale o l’ultima sede di lavoro del dipendente e non la sede legale dell’Azienda; 4) Attestato relativo alla professionalità, perizia, laboriosità e condotta morale in azienda; 5) Curriculum vitae; 6) Autorizzazione da parte dell’interessato al trattamento dei dati personali (artt. 13-14 Regolamento (UE) 2016/679); 7) Residenza, recapito telefonico ed e-mail ove disponibile; 8) Estratto Conto Previdenziale INPS aggiornato. Le attestazioni di cui ai punti 3) e 4) ed eventualmente il curriculum vitae di cui al punto 5) possono essere anche contenuti in un documento unico rilasciato dalla Ditta presso cui il lavoratore presta servizio. Per ogni eventuale informazione, il candidato potrà rivolgersi direttamente all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Roma.

ZES, PD Rieti: “Apprezziamo Tito Cheli e la sua richiesta di un Consiglio Comunale Straordinario. Evidentemente la nostra era una buona proposta”

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Di seguito, una nota del Gruppo Consiliare PD di Rieti: “Apprendiamo con piacere che, in merito all’esclusione di Rieti dalla ZES, Tito Cheli ha espresso la nostra stessa preoccupazione (pubblicata da Rietinvetrina ndr (LEGGI): proprio l’altro ieri infatti, il 5 agosto, abbiamo richiesto un consiglio comunale straordinario per impegnare il Sindaco e la Giunta Comunale affinché si attivino con urgenza presso la Regione Lazio e presso il Governo nazionale per richiedere l’estensione della ZES unica alla Provincia di Rieti, con particolare riferimento all’aria di crisi industriale complessa riconosciuta dal MIMIT ed alle aree colpite dal sisma del 2016, classificate in zona sismica 1. Evidentemente la nostra era una buona proposta”.

Sisma 2026, Castelli: “Con nuove modifiche al TURP estesi benefici e accesso a contributi”

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“Azioni studiate appositamente per rafforzare l’efficacia delle attività di rilancio dei territori dell’Appennino centrale, attraverso la semplificazione e l’ampliamento dell’accesso ai contributi e l’estensione di benefici a ulteriori categorie di cittadini e imprese. È questa la finalità dell’Ordinanza speciale che abbiamo approvato in Cabina di coordinamento, un intervento che modifica e integra e il Testo Unico della Ricostruzione Privata e alcune Ordinanze commissariali. Si tratta di un risultato reso possibile grazie stretta collaborazione interistituzionale che caratterizza la ricostruzione post-sisma 2016: una ‘creatura’ viva, che muta continuamente e che, per questo, richiede un costante lavoro di aggiornamento e adattamento. L’obiettivo di tutti è quello di venire incontro alle esigenze dei cittadini e del tessuto imprenditoriali, trovando le soluzioni più idonee e funzionali rispetto alle eventuali criticità e a seconda del variare delle esigenze. Attraverso questa ordinanza, abbiamo compiuto un altro utile passo in avanti verso questo obiettivo”. Lo afferma il Commissario Straordinario al sisma 2016 Guido Castelli. Tra gli altri interventi approvati contenuti nell’Ordinanza si segnala la modifica all’articolo 30 del TURP che consente un più semplice accesso rispetto all’ipotesi di delocalizzazione, dal momento che dà la possibilità di delocalizzare l’attività presso un immobile che abbia una superficie inferiore o superiore rispetto a quello preesistente nella misura del 10%. Tale opzione di acquisto è ammessa anche nei Comuni in cui,alla data di entrata in vigore del Turp, fossero già stati adottati PSR o piani attuativi. Per quanto riguarda la modifica realizzata rispetto all’allegato 5 del TURP, essa prevede un aumento del contributoparametrico pari al 5% per tutti gli edifici, con proprietà sia pubblica sia privata, la cui classe d’uso sia pari alla III (precedentemente era previsto solo per classe superiore alla II e in proprietà mista). In questo modo si estende notevolmente non solo la percentuale concessa ma anche la tipologia di edifici a cui la norma risulti applicabile. Infine, la modifica all’Ordinanza n. 51/2018 consente l’erogazione del contributo al 100% anche per interventi su aggregati edilizi obbligatori individuati dai Comuni, anche non destinati ad abitazione principale o attività produttiva. Le finiture interne restano finanziabili solo se si tratta di abitazioni principali o attività produttive attive al momento del sisma. Tale intervento è volto a mitigare l’impatto dell’accollo, nei soli nei casi aggregati obbligatori individuati dai comuni, sui proprietari degli immobili agibili alla data del sisma 2016. Tale modifica prevede inoltre che, in presenza di edifici inagibili sin dal sisma 1997 all’interno di aggregati venga eliminata la riduzione del 35% del contributo concedibile mantenendo la limitazione di utilizzo dello stesso alle sole parti comuni dell’intervento.

Esclusione dalla ZES, Confartigianato Rieti: “Uno schiaffo alla provincia reatina”

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“L’istituzione della ZES unica, prevista dal DL 124/2023 convertito nella L. 162/2023, avrebbe dovutorappresentare un’occasione concreta di riequilibrio territoriale e rilancio economico per le aree fragili delPaese. Tuttavia la provincia di Rieti risulta esclusa, nonostante le evidenti criticità strutturali e socio‐economiche del territorio, acuita dalla tragedia del sisma del 2016. Confartigianato Imprese Rieti sottolineacome sia ingiustificata tale esclusione, tanto più alla luce del fatto che alcuni dei comuni più colpiti, comeAmatrice e Accumoli, non solo rientrano nel cosiddetto Cratere Sismico, ma presentano indicatori difragilità socio‐economica che dovrebbe rendere prioritaria la loro inclusione in qualsiasi strategia nazionaledi rilancio.Il recente studio di Confartigianato Imprese Rieti sull’economia della montagna ha nuovamente evidenziato,anche secondo i dati ISTAT e SVIMEZ, come il territorio reatino abbia registrato un calo demografico costantenegli ultimi 15 anni, presenti un tasso di disoccupazione giovanile tra i più elevati del Centro Italia e abbianotevoli difficoltà infrastrutturali. Senza dimenticare che una parte considerevole del territorio è classificatocon area interna dalla Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI). Nonostante ciò, Rieti e l’intera regione Lazio è fuori dalla ZES unica, che invece garantirà benefici ad altreregioni, come l’Umbria e le Marche. Ma perché Rieti e la sua provincia sono escluse dalla ZES? “Mentre si celebrano le potenzialità della ZES – afferma Franco Lodovici, Presidente di ConfartigianatoImprese Rieti – noi siamo qui con questa domanda, che resta sospesa come un macigno e con un terzo delterritorio colpito dal sisma 2016, la cui ricostruzione è ancora lontana e dove manca una reale ripartenzaeconomica. Basterebbe questo per essere inseriti in una ZES, dove agevolazioni fiscali, semplificazioni amministrative e incentivi agli investimenti rappresentano proprio gli strumenti per attrarre imprese ecreare lavoro. Invece no. Rieti e la sua provincia restano fuori – conclude Franco Lodovici – una sceltainspiegabile, soprattutto se si considera che la ZES unica ha incluso aree sicuramente meno penalizzate emeno isolate dei nostri territori. E mentre altrove si annunciano sportelli unici, riduzioni IRAP e creditod’imposta, a Rieti restano le solite promesse”.Per Confartigianato Imprese Rietisi parla troppo e a sproposito di aree interne, quando poi nei fatti l’indirizzopolitico‐governativo va in un’altra direzione. “Cosa faranno e diranno i nostri rappresentanti istituzionali?Come rimediare a un danno così grave che mette seriamente a rischio coesione sociale, occupazione,sviluppo ecc di un territorio fragile e marginale?Di fronte a questa palese iniquità, Confartigianato Imprese Rieti chiede con forza: 1) la verifica dei criteri utilizzati per la definizione delle aree ZES; 2) l’immediata attivazione della Regione Lazio per chiedere l’inserimento dei territori del reatino, conpriorità per il cratere sismico; 3) se tutto ciò non fosse possibile, la definizione di misure compensative urgenti per evitare l’ulterioremarginalizzazione economico e sociale della provincia”. Così nella nota Confartigianato Rieti

Esclusione dalla ZES, CCIAA Rieti: “Pessima notizia per il nostro territorio”

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Il Consiglio dei Ministri ha annunciato l’estensione della ZES (Zona Economica Speciale) alle regioni Marche e Umbria, escludendo però il Lazio, e con esso i territori più fragili, come i Comuni dell’area del Cratere sismico. La Zona Economica Speciale è uno strumento strategico per lo sviluppo economico di aree svantaggiate, prevedendo incentivi fiscali, agevolazioni per le imprese e semplificazioni amministrative. Una decisione che suscita forte preoccupazione tra gli attori economici locali e le principali autorità politiche. “Pessima notizia per i nostri territori, in particolare per la ripresa economica dei Comuni dell’area del Cratere – commenta il vice presidente della Camera, Leonardo Tosti, a seguito di un incontro tenutosi poco fa presso la sede Camerale reatina con alcune associazioni – È noto che i territori competono anche in ragione delle agevolazioni economiche riservate alle imprese che vi si insediano. Essere esclusi da questo strumento significa perdere un’importante leva di rilancio e attrattività.” La Camera di Commercio Rieti Viterbo invita il Governo a rivedere questa scelta e a includere anche la regione Lazio, con una particolare attenzione alle province di Rieti e Viterbo, alla luce delle peculiari caratteristiche geografiche, infrastrutturali, socio-economiche e dei complessi processi di ricostruzione e rilancio post-sisma in atto. L’Ente Camerale chiede un confronto istituzionale immediato per correggere una decisione che, se confermata, rischia di accentuare ulteriormente il divario competitivo rispetto alle regioni limitrofe destinatarie delle misure previste dalla ZES.

Esclusione dalla ZES, Cheli: “Sarebbe opportuno un Consiglio Comunale di Rieti straordinario”

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L’esclusione del Lazio dalla Zona Economica Speciale ZES (strumento determinante per attrarre investimenti e contrastare la crisi economica) approvata soltanto per Marche e Umbria ha sollevato forti critiche da parte di sindacati e forze politiche del Lazio. Criticata, in particolare l’esclusione dai benefici dell’area del “Cratere del terremoto”. Rappresentanze politiche, amministrative e civili del Lazio contestano questa decisione e ne sollecitano il riesame perché nella norma, che prevede interventi e finanziamenti, vengano inserite le aree più disagiate della Regione, come quelle colpite dal terremoto. Signori amministratori del Capoluogo sabino a questo punto, come è desiderio di molti cittadini, sarebbe opportuna, quanto necessaria, la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio Comunale. Tito Cheli

Cittaducale, denunciata 23enne extracomunitaria per aver abbandonato il figlio

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I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cittaducale hanno denunciato in stato di libertà una ragazza extracomunitaria di 23 anni, inserita in un progetto di accoglienza straordinaria (CAS) della Prefettura di Rieti e domiciliata presso una struttura del posto, per presunte responsabilità legate all’abbandono temporaneo del proprio figlio minore. La giovane si sarebbe infatti allontanata dalla struttura di accoglienza per prestare assistenza a una persona del luogo, lasciando il figlio di sei anni incustodito all’interno dell’edificio. Poco dopo, un cittadino del posto ha contattato telefonicamente i Carabinieri, sul 112 Numero Unico d’Emergenza, segnalando la presenza del minore presso la propria attività commerciale nel centro cittadino, dove il bambino si era recato alla ricerca della madre. Immediatamente intervenuti, i militari hanno effettuato i necessari accertamenti e, dopo aver verificato la situazione, hanno riaffidato il minore alla madre, informando contestualmente l’Autorità Giudiziaria competente. Si dà atto, come di consueto, che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che eventuali responsabilità penali saranno valutate dall’Autorità Giudiziaria.