Dalla Regione Lazio 3mln di euro alle ATER, assessore Ciacciarelli: “Vogliamo garantire una risposta alle esigenze abitative”

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La Giunta regionale del Lazio, su proposta dell’assessore alle Politiche abitative, alle Case popolari, alle Politiche del mare e alla Protezione civile, Pasquale Ciacciarelli, ha approvato le modalità di concessione alle Ater del contributo regionale finalizzato all’acquisto di unità immobiliari di enti previdenziali. Il fine è quello di incrementare gli alloggi di ERP destinati all’assistenza abitativa, con una copertura di 3 milioni di euro nel triennio 2025-2027. “Grazie all’approvazione delle modalità di concessione alle Ater del contributo regionale finalizzato all’acquisto di unità immobiliari di enti previdenziali, la Giunta del Lazio conferma la propria sensibilità all’assistenza abitativa. L’obiettivo è quello di garantire una risposta alle esigenze abitative regionali, andando a incrementare il patrimonio abitativo delle Aziende territoriali competenti in edilizia residenziale pubblica e assistenza abitativa” – ha dichiarato l’assessore Pasquale Ciacciarelli­. “Le Ater del Lazio, entro 120 giorni, dovranno presentare proposte di acquisizione degli alloggi di proprietà di enti previdenziali pubblici e privati. La finalità è quella di ottenere un contributo, che non può eccedere oltre il 40%, rispetto al costo di ogni singolo alloggio e sarà ripartito in proporzione al numero degli alloggi. Per questo desidero ringraziare il presidente Francesco Rocca e la Giunta regionale per aver condiviso questo provvedimento” – ha concluso l’assessore Pasquale Ciacciarelli

SP33a, Matteo Simeoni: “Arteria da recuperare assolutamente”

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“SP33/a, un’arteria di fondamentale importanza per tutta la Valle del Turano. Un tratto che, se recuperato, può rappresentare una grande opportunità di sviluppo turistico.  Negli anni, purtroppo, è stata più volte utilizzata come tema di campagna elettorale sia nelle fasi di rinnovo dei consigli comunali che per le competizioni elettorali di livello superiore. In alcuni casi è stata anche strumentalizzata. Come quando, a seguito di una problematica sorta col Cammino di san Benedetto, l’allora Governo Regionale a guida Zingaretti per il tramite del Consigliere Refrigeri, speculando sul problema ,si spinse addirittura a promettere una risulzione immediata. Sta di fatto che la frana è ancora lì. Ad oggi l’unica azione concreta fatta sulla strada provinciale Sp 33/A,risulta essere lo studio geologico commissionato dall’ allora Presidente Provinciale Mariano Calisse finalizzato a verificare la tenuta del terreno sottostante la frana. Il primo atto fondamentale che serviva per poter immaginare qualsiasi soluzione o progetto di sviluppo su tutta l’area. Probabilmente, essendo passato un po’ di tempo, sarà necessario effettuare un nuovo sopralluogo per capire le condizioni attuali. Detto ciò, riaccendere i riflettori su questa problematica è cosa buona e giusta. A tal proposito, ritengo sia opportuno organizzare un incontro tra i rappresentanti di Regione, Provincia (il nostro consigliere provinciale Chiara Simonetti assieme al Presidente Roberta Cuneo si sono già dichiarati disponibili) ma anche con la Comunità Montana e gli Amministratori della valle del turano per fare il punto della situazione e magari trovare la giusta soluzione.  Da amministratore della valle del turano sono convinto che questo è il percorso da seguire”. Così nella nota Matteo Simeoni

Altri due escursionisti soccorsi. Erano rimasti bloccati zona Fiamignano Colle Ciccone

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Nella scorsa serata, poco dopo le ore 20:30, i Vigili del Fuoco della sede centrale di Rieti sono stati attivati dal numero unico di emergenza 112 a seguito di una richiesta di soccorso per due escursionisti nel territorio del Comune di Fiamignano, in località Colle Ciccone. I due escursionisti, erano rimasti in difficoltà su un versante montano bloccati su alcuni salti di roccia in ambiente impervio e impossibilitati a proseguire anche a causa del buio. Le operazioni di soccorso, immediatamente attivate, hanno visto l’impiego di personale abilitato TAS (Topografica Applicata al Soccorso) e operatori specializzati del Nucleo speleo, alpino, fluviale SAF). Grazie all’utilizzo di strumentazioni GPS è stata geolocalizzata l’area di interesse operativo e quindi il target. Successivamente, con calata su corda, i due escursionisti sono stati raggiunti e recuperati, in buone condizioni generali, per poi essere accompagnati in sicurezza a valle.

SEI TU IL REPORTER di Rietinvetrina – “Segnalato eternit in via Camporeatino”

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Un lettore di Rietinvetrina segnala alla nostra rubrica SEI TU IL REPORTER quanto segue: “Buonasera, in via Camporeatino ci sono queste due lastre di eternit, proprio dietro dove erano i secchioni ASM. Come poterli far prelevare,  visto che ci sono delle case a ridosso? Grazie” – conclude il lettore di Rietinvetrina.

Il “Rieti Opera Ensemble” a Morro Reatino venerdi 8 agosto

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Arriva agosto e torna sui palcoscenici di Rieti e provincia il “Rieti Opera Ensemble”, il gruppo operistico guidato dal soprano reatino Silvia Costanzi. Per tutti gli appassionati dell’opera, dunque, due appuntamenti imperdibile si susseguiranno da qui sino al 13 giugno, quando le arie d’opera si trasferiranno al Terminillo. Primo spettacolo in scena domani a Morro Reatino presso la chiesa di San Lorenzo Martire allorchè, dalle 19 in poi, andrà in scena “Incanto e passione. Le voci dell’opera”. Ad essere eseguiti dai membri dell’ensemble brani di Francesco Paolo Tosti, Mozart, Verdi, Rossini, Donizetti, Mascagni, accompagnati al pianoforte da Walter Monteleoni. Ospite della serata il tenore reatino Federico Piermarini. Appuntamento a Morro dunque, a partire dalle ore 19 di venerdì 8 agosto presso la Chiesa di San Lorenzo Martire.

ZES, il Lazio resta fuori. Federlazio: “Rieti ancora una volta penalizzata”

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La recente estensione della Zona Economica Speciale (ZES) alle regioni Marche e Umbria, dopo l’iniziale applicazione alle otto regioni del Mezzogiorno, penalizza il nostro territorio, che rimane escluso dai benefici della misura. La zona  ZES del Mezzogiorno, in cui dal 1° gennaio 2024, sono state unificate tutte le zone ZES create dal 2017, è stata  creata per sostenere l’attività d’impresa nei territori dove lo sviluppo imprenditoriale era  frenato da ritardi strutturali, economici o infrastrutturali.  La mancata inclusione nella Zona ZES della nostra provincia, confinante con le regioni Abruzzo e Marche, penalizza ulteriormente il nostro territorio e rappresenta una minaccia per lo sviluppo imprenditoriale dello stesso. Non per mancanza di requisiti, ma per un paradosso statistico: i dati positivi della provincia di Roma alzano artificialmente le medie regionali, penalizzando altre province laziali tra cui Rieti. Rieti, in particolare, è la grande dimenticata. Un territorio che non cerca assistenza, ma chiede opportunità. Che non invoca sussidi, ma strumenti per competere ad armi pari: crediti d’imposta, semplificazioni burocratiche, incentivi agli investimenti, supporto all’internazionalizzazione. Esattamente ciò che una ZES dovrebbe offrire. Federlazio chiede con forza a tutti i rappresentanti delle istituzioni di farsi portavoce, in ogni sede, della richiesta di rivedere i criteri di accesso alla ZES, affinché non siano i numeri medi della Capitale  a decidere il futuro economico della nostra provincia. Rieti ha bisogno di politiche territoriali mirate, che non dimentichino chi parte da più lontano, ma ha voglia e diritto di correre al pari delle altre province confinanti. Così nella nota Federlazio Rieti  

A Vallecupola presentazione del libro “Falcone e Vespaziani. Un’alleanza per la verità” di Amalia Mancini

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Martedì 12 agosto, alle ore 17, a Vallecupola, si terrà la presentazione del libro “Falcone e Vespaziani” presso Palazzo Iacobuzzi in via Circonvallazione, 5. Insieme all’autrice, Amalia Mancini, saranno presenti la direttrice della Biblioteca, Maria Grazia Di Mario, il poeta Sandro Angelucci e l’avvocato Giovanni Vespaziani, protagonista della storia insieme a Giovanni Falcone.

Omaggio floreale al busto di Anita Garibaldi nel 176° anniversario della sua morte

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Una rappresentanza dell’Associazione Culturale Reatina “Domenico Petrini”, costituita da Daniela Acuti, presidente del Sodalizio, e da Lino Martini, presidente del Collegio dei Probiviri, nella ricorrenza del 176° anniversario della morte di Anita Garibaldi (4 agosto 1849 – 4 agosto 2025), ha deposto un mazzo di fiori sul monumento dell’eroina, sito nel parco di Via Liberato di Benedetto. Per celebrare degnamente la memoria di questa donna valorosa, riassumiamo a grandi linee gli ultimi giorni della sua incredibile vicenda terrena. Da Nizza raggiunse il marito Giuseppe a Rieti il 26 febbraio 1849, mentre questi era dedito all’arruolamento della Prima Legione Italiana, corpo di volontari che successivamente condusse alla difesa della Repubblica Romana, aggredita dal corpo di spedizione francese del generale Oudinot, giunto in Italia con il compito di ristabilire il potere temporale del Papa. Come noto, i coniugi Garibaldi dimorarono nel palazzo Colelli di Rieti fino al 13 aprile successivo, giorno in cui l’Eroe intraprese il lungo viaggio di trasferimento, nel corso del quale i volontari approdarono in un primo momento nella città di Anagni e infine sui bastioni romani di Porta San Pancrazio. Qui si copriranno di gloria imperitura nelle sanguinose battaglie combattute contro l’invasore. Contestualmente alla partenza del marito, Anita, noleggiata una vettura, fece ritorno a Nizza ma, protraendosi con incerte fortune le operazioni militari per la difesa di Roma, decise di raggiungere il marito per assicurargli sostegno, conforto e vicinanza (26 giugno). Caduta la Repubblica in mano francese (3 luglio), insieme con lui marciò verso le province del nord alla testa di un ardimentoso manipolo di uomini, decisi a sollevare quelle popolazioni contro gli occupanti francesi. Ma inseguita dai nemici e attesa a nord da potenti contingenti austriaci, la colonna fu costretta a rifugiarsi nella Repubblica di San Marino ove, constatata l’impossibilità di proseguire la lotta, Garibaldi sciolse la Legione e con i pochi volontari rimasti tentò di raggiungere Venezia. Anita, incinta di cinque mesi, era stanca e gravemente ammalata. Con lei al seguito Garibaldi si diresse verso la costa alla ricerca di un porto, onde imbarcarsi per la città lagunare, ancora in lotta contro gli Austriaci. Con un po’ di fortuna i fuggiaschi giunsero a Cesenatico, dove riuscirono a disarmare i gendarmi di un piccolo presidio austriaco e ad impossessarsi di tredici bragozzi da pesca, sui quali, la mattina del 2 agosto, si imbarcarono alla volta di Venezia. Ma gli Austriaci intercettarono la piccola flottiglia e catturarono dieci imbarcazioni. Fortunosamente Garibaldi ed Anita erano in una delle tre superstiti. Per sottrarsi alla cattura, veleggiarono verso la terraferma e con i pochissimi rimasti sbarcarono a Magnavacca. Poi, a marce forzate, raggiunsero le paludi di Comacchio. Per sfuggire più facilmente agli inseguitori, la comitiva si divise in piccoli gruppi. Rimasti in un campo, Garibaldi e Anita furono soccorsi da un repubblicano del luogo, il colonnello Bonnet, che aveva combattuto a Roma e, ferito, era tornato a casa. Trovarono riparo dapprima in una casupola, ove Anita fu assistita dalla sorella di Bonnet. Da lì attraversarono parte delle valli di Comacchio, si portarono in località Mandriole, frazione di Ravenna, e vennero ospitati nella fattoria del marchese Guiccioli. Per Anita, però, non vi era più nulla da fare. Il 4 agosto, a sera, spirò tra le braccia dell’Eroe. Per non causare noie a quella famiglia, Garibaldi pregò i compagni di seppellirne il corpo e ripartì verso l’Appennino. Era rimasto in compagnia del solo Leggiero. Insieme passarono in Toscana. Poi, raggiunta la costa tirrenica nei pressi di Follonica, s’imbarcarono e raggiunsero Portovenere, territorio sabaudo. Per i coniugi Garibaldi il periodo reatino fu uno dei più belli della loro esistenza. In futuro l’Eroe ricorderà sempre con gratitudine la generosa ospitalità ricevuta a Rieti. Qui ebbero il periodo più lungo e felice della loro vita coniugale in Italia, riuscendo anche a concepire il quinto figlio, purtroppo mai nato, come si è visto, per la tragica morte della donna nelle valli di Comacchio. In contemporanea con le celebrazioni promosse dall’«Instituto Cultural Anita Garibaldi» di Laguna, città brasiliana che ha dato i natali all’eroina, e dal suo infaticabile Presidente, l’ottimo avv. Adilcio Cadorin, nostro Socio Onorario, l’Associazione “Petrini”, da sempre impegnata nella ricerca storica e nella salvaguardia del patrimonio culturale di questo territorio, con l’omaggio floreale al suo monumento ha voluto onorare la memoria di una donna fedele e tenace, che ha dato molto alla causa della nostra unità nazionale, fino all’estremo sacrificio della vita. (Lino Martini)

“Stella al merito del lavoro” anno 2026. Modalità di presentazione delle domande

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Come ogni anno, il giorno 1° maggio, festa del lavoro, si rinnovano le cerimonie per la consegna della “Stella al merito del lavoro” ai soggetti insigniti, così come previsto dalla legge 5 febbraio 1992, n. 143. L’istruttoria delle proposte di conferimento di detta onorificenza per la selezione dei candidati meritevoli è curata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Le proposte di candidatura per l’anno 2026, ferma restando l’osservanza dei requisiti previsti dalla suddetta legge 5 febbraio 1992, possono essere inoltrate, seguendo le modalità già in uso, dalle aziende, dalle organizzazioni sindacali ed assistenziali o direttamente dai lavoratori interessati, alle Direzioni Interregionali del Lavoro e agli Ispettorati Territoriali del Lavoro aventi sede nei capoluoghi di Regione diversi da quelli su cui insistono gli IIL, entro e non oltre il termine del 15 ottobre 2025. Le proposte di conferimento relative ai lavoratori italiani all’estero, di cui all’art. 5 della legge in argomento, dovranno essere presentate alla rappresentanza diplomatica o all’Ufficio consolare di riferimento. Le candidature dovranno essere corredate dai seguenti documenti in carta semplice: 1) Autocertificazione relativa alla nascita; 2) Autocertificazione relativa alla cittadinanza italiana; 3) Attestato di servizio o dei servizi prestati presso una o più aziende fino alla data della proposta o del pensionamento, indicando obbligatoriamente l’attuale o l’ultima sede di lavoro del dipendente e non la sede legale dell’Azienda; 4) Attestato relativo alla professionalità, perizia, laboriosità e condotta morale in azienda; 5) Curriculum vitae; 6) Autorizzazione da parte dell’interessato al trattamento dei dati personali (artt. 13-14 Regolamento (UE) 2016/679); 7) Residenza, recapito telefonico ed e-mail ove disponibile; 8) Estratto Conto Previdenziale INPS aggiornato. Le attestazioni di cui ai punti 3) e 4) ed eventualmente il curriculum vitae di cui al punto 5) possono essere anche contenuti in un documento unico rilasciato dalla Ditta presso cui il lavoratore presta servizio. Per ogni eventuale informazione, il candidato potrà rivolgersi direttamente all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Roma.

ZES, PD Rieti: “Apprezziamo Tito Cheli e la sua richiesta di un Consiglio Comunale Straordinario. Evidentemente la nostra era una buona proposta”

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Di seguito, una nota del Gruppo Consiliare PD di Rieti: “Apprendiamo con piacere che, in merito all’esclusione di Rieti dalla ZES, Tito Cheli ha espresso la nostra stessa preoccupazione (pubblicata da Rietinvetrina ndr (LEGGI): proprio l’altro ieri infatti, il 5 agosto, abbiamo richiesto un consiglio comunale straordinario per impegnare il Sindaco e la Giunta Comunale affinché si attivino con urgenza presso la Regione Lazio e presso il Governo nazionale per richiedere l’estensione della ZES unica alla Provincia di Rieti, con particolare riferimento all’aria di crisi industriale complessa riconosciuta dal MIMIT ed alle aree colpite dal sisma del 2016, classificate in zona sismica 1. Evidentemente la nostra era una buona proposta”.