Siamo tornati un po’ alla volta sparsi in vari settori del PalaSojourner, da quel settembre 2020 quando è nata la RSR Sebastiani, spinti dal richiamo di un nome appena ritrovato che rappresenta e sintetizza il basket a Rieti.
Aumentando di numero, di anno in anno, fino a decidere di ritrovarci tutti insieme, come ai vecchi tempi. Certo un po’ più “vecchi”, un po’ più saggi, coi nostri figli accanto, un po’ più in alto, un po’ più di lato, tutti nel settore “Distinti” della Curva Terminillo… “perché al centro ci devono stare i giovani”.
Ma la passione non è mai scemata per noi che viviamo ancora “d’istinti ultras”: una risata, una birra e poi tutti insieme a tifare la Sebastiani, come vent’anni fa, fianco a fianco come fratelli, tornando a scandire vita sociale e impegni professionali in base al calendario della nostra squadra.
Quanto accaduto domenica 19 ottobre ci ha lasciati increduli e costernati. Un sasso ha portato via la vita ad una persona incolpevole ed ignara di qualsivoglia dinamiche di curva ed ha al contempo ferito ed umiliato una intera città, una tifoseria, ma soprattutto ha infangato il nostro nome e la storia del nostro movimento ultras.
Abbiamo taciuto finora solo per rispetto.
Rispetto per il lutto in primis della famiglia, dei tifosi e della città di Pistoia, ma anche per la nostra: abbiamo taciuto per ogni tifoso reatino che lunedì si è svegliato incredulo, con un nodo in gola, sgomento per quanto appreso.
Qualsiasi parola detta a caldo poteva essere fraintesa, strumentalizzata, inopportuna e non volevamo fosse interpretata come “di circostanza”. Troppo riduttivo scrivere dai nostri account privati.
Preferiamo parlare come “Curva Terminillo”, certo non quella di oggi, ma quella che rappresentavamo fino al 2009.
Non sta a noi fare processi sui social: la giustizia farà il suo corso attribuendo ad ognuno ruoli e responsabilità.
Va ribadito con forza però che c’è un codice di comportamento quando si sta in curva, che in ogni situazione abbiamo sempre rispettato, perfino con le tifoserie rivali e che ci aspettavamo venisse seguito da chiunque dopo di noi avesse appeso i propri drappi in Curva Terminillo.
Perché stare lì davanti ha sempre avuto oneri ed onori.
Abbiamo visto da “lontano”, tollerato errori, pensando fossero solo “di gioventù”, di inesperienza, fatti da una generazione che purtroppo non ha vissuto la continuità con il NOSTRO tifo e si è trovata a crescere da sola senza esempi “quotidiani” da seguire quando la Sebastiani è fallita ed ognuno di noi ha preso, 11 anni fa, strade diverse.
Come tifosi avevamo anche apprezzato la ritrovata unità della curva reatina in questa stagione, dopo qualche anno di derby più o meno accesi, passando sopra a striscioni, post e insulti passati: il tifare sotto un’unica bandiera è stato interpretato da tutti i tifosi della Sebastiani come il “bene supremo” e segnale di una armonia finalmente ritrovata.
Il tutto è durato meno di un mese: quello che pensavamo potesse essere un upgrade, una maturazione, una migliore organizzazione della curva si è rivelato un boomerang.
Più che riprendere le gesta della Curva Terminillo si è preferito emulare probabilmente quelle di altre curve oggi più attuali, fatto sta che quanto accaduto nel post partita con Pistola non ha nulla a che vedere con quello che era il nostro modo di tifare, il nostro mondo, la nostra mentalità, il nostro stile per il quale eravamo stimati ed apprezzati in tutta Italia.
A prescindere da qualsiasi esito avesse avuto l’agguato non ci sarebbe stata una sola opzione per essere poi considerata una azione “eroica” di cui vantarsi.
Per questo motivo l’ex direttivo della Curva Terminillo torna a scrivere un comunicato dall’ultimo firmato nel 2009 quando scomparve la NSB Rieti. Perché di fronte a quanto accaduto non possiamo rimanere in silenzio o “confonderci” tra gli altri tifosi. Noi per ogni gesto, per ogni azione ci abbiamo sempre messo la faccia, rivendicando orgogliosamente tutto e torniamo OGGI a mettercela di nuovo dopo 16 anni.
Per difendere il nome della nostra città, la tradizione di un tifo che vanta 81 anni di storia, la passione di una Società che in cinque anni si è distinta per programmazione, efficienza ma soprattutto ospitalità e correttezza nei confronti di TUTTE le squadre che hanno varcato le porte del Palasojourner… alla quale si rimprovererebbe cosa? Di non fare test psicoattitudinali a tutti i suoi spettatori paganti o di non seguire gli spostamenti di suoi supporters, più o meno recenti, ore dopo la fine di una manifestazione sportiva e decine di km lontano dal palazzetto???
Lo facciamo soprattutto perché “la Terminillo” è stata altro e non può essere etichettata e ricordata come un covo di delinquenti.
Quindi:
1) Chiediamo che da questo momento in poi NESSUNO metta più alcun striscione in curva.
2) Invitiamo chi ancora non lo ha fatto a SCIOGLIERE il suo gruppo e ringraziamo chi già ci ha pensato da solo.
3) Quando riaprirà la curva, l’unico striscione presente (auspichiamo) sarà solo il nostro <<D’istinti ultras>> li dove è ora. Striscione che porta con sé la storia di quella che fu l’ultima VERA “Curva Terminillo”.
Non diventeremo un gruppo organizzato: rimarremo un gruppo di “vecchi amici” che vedranno le partite insieme come fatto fino ad oggi nel nostro spicchio di palazzetto. Ma i giovani della curva attuale estranei ai fatti, cosi come gli altri che vorranno nel tempo riavvicinarsi al tifo organizzato, si siederanno accanto a noi, impareranno da noi.
Vigileremo noi più “anziani”, consapevoli che tra qualche anno, se e quando ci saranno ragazzi pronti a prendersi questa responsabilità, una “pezza” sulla balaustra ci sarà perché se la saranno guadagnata e non appesa li perché qualcuno ha lasciato quello spazio vuoto.
4) Oggi decretiamo la FINE di ogni movimento ultras reatino legato al basket.
Per questo motivo invitiamo la Società, una volta riaperto il settore e secondo le modalità che riterrà applicabili, a riservare TUTTA la parte fino ad oggi occupata dagli ultras, ai bambini della Willie Basket e delle scuole attraverso promozioni dedicate (lasciando magari i posti in alto per accompagnatori e genitori).
Metteremo noi a disposizione di questi bambini i tamburi e gli insegneremo qualche coro. Ricominciamo da loro, dai “nostri figli”.
Che la curva torni ad essere quello che è sempre stato: un luogo di gioia, aggregazione e di tifo per la nostra squadra, la nostra città in primis e non un luogo di conflitto o di sfogo sociale.
5) Terminiamo questo comunicato stampa rivolgendoci direttamente alla Società RSR SEBASTIANI: qualsiasi decisione verrà presa noi ci saremo perché è nei momenti più duri che si serrano i ranghi e si affrontano le difficoltà.
Qualunque sia il numero di giornate da giocare a porte chiuse, RINUNCIAMO fin da ora a qualsiasi rimborso si voglia concedere a noi abbonati.
Rieti deve rialzarsi oggi come ha fatto anche in passato, con dignità e orgoglio per dimostrare che non siamo questo, non siamo mai stati questo. Lo possiamo fare, insieme: TUTTI NOI dimostrando cosa è il tifo in questa città riempiendo il palazzo fin dalla prima occasione utile e la Società continuando a fare la…. SEBASTIANI! Come fatto finora: sempre a testa alta, perché quelli che devono abbassare lo sguardo per la vergogna non siamo noi.
Il direttivo Curva Terminillo 1999-2009
(Collettivo Villa Reatina, Brigata Veleno, Clan Lambrusco, Kaos)



