Cercare gomitoli colorati (gnòmmere in dialetto), creare abbinamenti, distribuire il lavoro, la quantità delle “mattonelle” o presìne da produrre da parte di ciascuna donna, perché ad oggi, ad Oliveto, solo le donne fanno questo laboratorio all’uncinetto, ma non si sa mai, poi gli uomini che saldano le stecche di ferro a triangolo su un cerchio per base con rete tutta intorno per sostenere le presìne di lana. E poi di corsa, trafelate, a cucirle sull’armatura e i maschietti a inserire le luci e a posizionare le nuove creature. Nasce così uno gnommerino, un alberello con armatura in ferro ricoperto di presìne di lana colorata, di quelle che a uncinetto facevano le nonne di quelli tra noi che hanno contato diverse primavere e che si usavano come copertine di mezza stagione o come plaid per fare un po’ più di calduccio. Ma è nata così anche la gnòmmera madre, alta quasi nove metri, burbera e maestosa, che si staglia colorata e altezzosa in piazza della Croce a Oliveto Sabino ormai da otto natali, perché di lei non si contano le primavere, e circondata dai suoi gnommerini.
Ma coi fili di lana colorata le donne di Oliveto hanno fatto anche palloncini illuminati e ombrelli, con cui sono stati ornati, per le feste di Natale, alcuni vicoli del piccolo borgo in cui si promuovono tante attività in tutte le stagioni. La cosa non è passata inosservata e così il presidente della Pro Loco di Rieti Fabio Mazzetti ha manifestato il suo interesse e ha suggerito ai vari enti olivetani (Pro Loco, Comitato, Confraternita) una condivisione di attività, iniziative e progetti da portare avanti insieme. Da queste proposte è nata l’idea di donare alla Pro Loco di Rieti, da parte del presidente della Confraternita e una rappresentanza di olivetani, un piccolo gnòmmero che sabato 13 dicembre è stato portato in dono e collocato nella attuale sede della Pro Loco di Rieti, ubicata sotto gli archi del Comune. Le idee hanno sempre bisogno delle gambe e delle braccia di quanti sono disposti a lavorare nel vasto campo del volontariato per iniziative culturali che esplorino la tradizione e facciano sperimentare colori e trame delle nostre radici. Dalle nostre parti, in inverno, gli alberi perdono le foglie, ma si rivestono di lana colorata. / Massimo Casciani


















