In occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, la Compagnia Carabinieri di Poggio Mirteto ha accolto gli studenti della scuola secondaria di primo grado di Montopoli di Sabina (RI), appartenenti all’Istituto Scolastico “Bassa Sabina”, all’interno della “Stanza di Dora”, lo spazio di ascolto protetto inaugurato la scorsa estate e dedicato alla memoria di Dora Fabbo, moglie del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa.
L’iniziativa ha rappresentato molto più di una semplice visita. Come sottolineato dall’On. Rita Dalla Chiesa in un emozionante intervento sui social, si è trattato di un vero e proprio viaggio in una “stanza dedicata alle donne che soffrono, che vengono massacrate fra le mura di casa, che hanno paura e non sanno dove scappare. Una stanza totalmente insonorizzata, colorata, senza telecamere, dove c’è un Carabiniere, uno psicologo, un assistente sociale, un sacerdote che le ascolta.”
Questa volta, la “Stanza di Dora” ha aperto le proprie porte a decine di giovanissimi studenti. Con curiosità e sensibilità, i ragazzi hanno partecipato a un incontro formativo tenuto dal Comandante della Compagnia di Poggio Mirteto e dai suoi collaboratori, i quali hanno illustrato finalità, modalità operative e il delicato percorso di tutela attivato nei casi di “codice rosso”.
La visita è poi proseguita all’interno degli altri uffici della Caserma, offrendo agli studenti l’opportunità di comprendere da vicino come nasce un intervento dell’Arma e come viene garantita la sicurezza delle persone in situazioni di pericolo.
Particolarmente significativo è stato il momento conclusivo, quando gli studenti hanno voluto donare un’opera realizzata da loro: un disegno ispirato a Donna con colomba di Pablo Picasso, simbolo di pace e delicatezza, divenuto un emblema della “Stanza di Dora”. Un gesto semplice ma carico di significato, che ha trasformato i giovani visitatori in custodi consapevoli del messaggio fondamentale della non violenza.
Profondamente toccati dall’iniziativa, Rita Dalla Chiesa e i suoi fratelli, Nando e Simona, hanno espresso pubblicamente la loro gratitudine all’Arma dei Carabinieri, riconoscendo non solo il valore operativo della “Stanza di Dora”, ma anche il suo ruolo crescente come luogo di educazione, memoria e civiltà.
Uno spazio in cui la figura di Dora Fabbo — madre, moglie e donna dal coraggio discreto — continua simbolicamente a vivere, illuminando il percorso di chi cerca protezione.
“È da piccoli che comincia il cammino del rispetto verso una donna”, ha ricordato Rita Dalla Chiesa, sottolineando con orgoglio che quella stanza porta il nome di sua madre e rappresenta oggi un presidio prezioso nella costruzione di una cultura di rispetto e consapevolezza.
La “Stanza di Dora” non è soltanto un presidio di sicurezza: è un seme. E, grazie all’incontro tra Carabinieri e studenti, quel seme ha iniziato a germogliare nei cuori delle nuove generazioni.





