Gli studenti dello Scientifico Jucci a Bruxelles con “Walking with us”

Di nuovo all’opera i quindici ragazzi del Liceo scientifico Carlo Jucci di Rieti, tornati giovedì 11 ottobre da Bruxelles, dove hanno vissuto per tre settimane l’esperienza denominata “Walking with us”.

In occasione del I festival francescano, sabato 13, i ragazzi hanno esposto ai numerosi presenti il resoconto della loro esperienza di alternanza scuola lavoro, che ha avuto come esito finale la richiesta di fondi per due diversi progetti inerenti il cammino di Francesco, e per quattro progetti volti a pubblicizzare prodotti alimentari locali.

Ma andiamo per ordine: accompagnati dalle professoresse Cecilia Cenciarelli e Teresa Bulfaro sono partiti il 21 settembre con un programma nutrito di impegni cui adempiere. Infatti, dopo l’inserimento dei giovani presso la Camera di commercio Belgo-italiana (CCBI) volto a conoscerne il funzionamento, attività che è passata subito dal teorico al pratico con l’affiancamento agli impiegati della CCBI nel lavoro d’ufficio, e dopo lezioni atte a spiegare le caratteristiche della progettazione europea, i meccanismi della ricerca di partner commerciali, le indagini di mercato, i quindici ragazzi sono passati al progetto di internazionalizzazione delle risorse turistiche reatine.

I progetti, come dicevamo, alla fine sono stati ben sei e questi, sabato, in piazza San Francesco i ragazzi hanno esposto con l’entusiasmo che li contraddistingue e una disinvoltura, che è frutto di certo dell’esperienza appena vissuta.

A noi che chiediamo le loro impressioni rispondono con fervore che hanno lavorato tanto, anche oltre l’orario consentito, per portare a termine i progetti, ma si sono anche molto divertiti: hanno visitato tutte le istituzioni europee e in qualche caso svolto un dibattito con qualche rappresentante di quelle, hanno conosciuto Bruges, Ghent, Anversa, visitato il Museo Magritte, il MIM (museo degli strumenti musicali), il Museo Fin-de-Siècle, e hanno anche studiato nel giorno libero, che era la domenica.

Perché i nostri portabandiera ce l’hanno messa davvero tutta per meritarsi la fiducia che è stata loro accordata e tornare anche con qualcosa di concreto per la loro città.