Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, le principali Organizzazioni Sindacali di categoria, hanno proclamato per giovedì 31 ottobre, una giornata di sciopero generale, a seguito della disdetta unilaterale del CCNL di categoria da parte dell’ABI, l’associazione datoriale del credito, con dieci mesi di anticipo, rispetto alla data canonica del 30 giugno 2014.
Fabrizio Tomassoni, segretario provinciale FIBA CISL di Rieti: “Il gesto di ABI lo consideriamo un autentico affronto alla intera categoria dei lavoratori del credito. Una disdetta anticipata che si pone al di fuori di ogni buona regola di concertazione sindacale che, nel tempo, ha permesso di portare a compimento importanti ristrutturazioni con uscite volontarie e incentivate di oltre quarantamila lavoratori che non avevano pesato sull’INPS. Oggi, invece, ABI chiede mano libera, giudicando i lavoratori e le lavoratrici inadeguati, non in grado di essere al passo con i tempi che cambiano. In realtà sono proprio i banchieri quelli che avanzano senza tenere in conto i sacrifici della categoria, intascando fior di compensi, dando vita a una girandola di consulenze e appalti non del tutto trasparenti, senza una vero progetto di banca davvero attenta al territorio e alle esigenze di un mondo che necessiterebbe di aiuto concreto e diverso.
La destrutturazione del CCNL – prosegue Tomassoni – unilaterale e non giustificata da nessun evento straordinario, fa il paio con la non volontà, da parte di ABI, di adeguare il Fondo di solidarietà alla cd Legge Fornero, ponendo praticamente fuori legge uno strumento che ha permesso un vero ricambio generazionale senza oneri per lo Stato e annunciando un vuoto legislativo assai pericoloso, considerati gli accordi già sottoscritti.
Per tutto questo, ma non solo, il 31 ottobre SCIOPERIAMO TUTTI UNITI!
Come prima risposta a un comportamento intriso di arroganza, per salvaguardare le professionalità acquisite nel tempo dai lavoratori e dalle lavoratrici, per riaffermare la valenza del CCNL, per non ulteriormente svilire la dignità di un mondo lavorativo che, avendo già dato molto, chiede di fare banca al servizio della gente e non solo dei grandi interessi di breve termine”.