21.5 C
Rieti
lunedì 15 Settembre 2025
HomeAttualità"Giorno della Memoria", non dimentichiamo il sacrificio del partigiano Edmondo Riva

“Giorno della Memoria”, non dimentichiamo il sacrificio del partigiano Edmondo Riva

Nel Giorno della Memoria della lotta al nazifascismo e della liberazione del nostro paese, per non dimenticare, scegliamo in Sabina il cippo di Canneto che onora la memoria e il coraggio del partigiano Edmondo Riva, torturato e ucciso dai nazifascisti nel 1944. I reatini stanno dimenticando la loro storia e le loro radici. Stiamo dimenticando tutti la storia della Resistenza, una storia di dolore e di sangue, quello dei civili e dei militari che hanno dato la vita per farci vivere nella democrazia e nella libertà, come facciamo con poca riconoscenza e consapevolezza da 78 anni.

E a proposito di partigiani, nella campagna di Canneto di Fara in Sabina, cinquanta km a nord di Roma, una targa e un monumento ricordano la figura del partigiano di Monterotondo Edmondo Riva, classe 1901, Medaglia d’oro al valor militare alla memoria, nel luogo dove i tedeschi lo fucilarono il 7 giugno 1944. Riva lavorava come capomacchina in un’impresa del suo paese, la Laterizi Tiburtina, e come tanti suoi compagni in tutta l’Italia centro nord, scelse di opporsi ai nazifascisti, costituendo una piccola formazione partigiana che fu protagonista di numerose azioni militari. Il 2 giugno 1944 Edmondo, assieme ad altri diciannove partigiani fu incaricato del ritiro delle armi automatiche e delle radiotrasmittenti che l’aviazione alleata aveva lanciato su Monte Gennaro. Al ritorno il partigiano, che trasportava radio e armi, s’imbatté in una pattuglia tedesca. Fu perquisito e arrestato insieme ad altri due partigiani. Edmondo Riva fu a lungo torturato prima di essere ucciso.

Leggiamo le motivazioni del conferimento della medaglia: “Sebbene in difficile situazione ambientale, subito dopo l’armistizio radunava attorno a sé un gruppo di arditi volontari a capo dei quali dava continue prove di temerarietà, coraggio e sprezzo della vita, portando a compimento numerose azioni armate contro truppe tedesche attestate a presidio della zona ed infliggendo alle stesse notevoli perdite in uomini e materiali. Durante operazioni di recupero di armi aviolanciate veniva catturato dai tedeschi. Condotto in carcere e a lungo interrogato, con minaccia di gravi rappresaglie, affinché rivelasse l’identità dei compagni di lotta, si rifiutava di fornire la benché minima informazione. Sottoposto, per ben tre giorni, a innumerevoli sevizie continuava a mantenere il più assoluto silenzio e, conscio della propria sorte, rivolgeva alla straziata moglie, presente con la figlioletta, parole d’incoraggiamento dicendole: “È venuta la mia ora, stai tranquilla, io muoio per un’Italia libera e indipendente “. Gli furono amputate le mani, ma Edmondo non parlò e così i suoi carnefici decisero di fucilarlo. Aveva quarantatrè anni Riva, uno degli eroi del territorio che merita il nostro rispetto e il dovere della Memoria.

Giuseppe Manzo

Close Popup

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza online e per attivare tutte le funzionalità del sito. Cliccando su "Accetto" aderisci alla nostra politica sui cookie.

Close Popup
Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookie. Abilita o disabilita i cookie del sito dal pannello sottostante. Alcuni cookie non possono essere disabilitati perchè necessari al funzionamento del sito stesso.

Questi cookie sono necessari per il funzionamento del sito Web e non possono essere disattivati nei nostri sistemi.

Cookie tecnici
Per utilizzare questo sito web usiamo i seguenti cookie tecnici necessari: %s.
  • wordpress_test_cookie
  • wordpress_logged_in_
  • wordpress_sec

Rifiuta tutti i Servizi
Save
Accetta tutti i Servizi
Open Privacy settings