Feliciangeli, le lacrime dell'uomo e del campione

Due metri e tre  di onestà, simpatia e istinto, un giocatore che è andato al di là della figura sportiva, ma che ha fatto della schiettezza e della passione per i colori amarantocelesti un tatuaggio indelebile sulla pelle.
Ospite negli studi di Radiomondo in occasione della festa per la salvezza della Npc celebrata all’interno della trasmissione “Basketball”, il capitano Roberto Picchio Feliciangeli ha dimostrato ancora una volta che dietro all’imponente figura c’è l’anima di un uomo che vive di cuore quello che fa e che domenica, forse a malincuore ma con serenità, ha dovuto salutare la casacca di Rieti.
In conclusione di trasmissione, in diretta ai microfoni di Radiomondo, Picchio parlando del suo addio al basket giocato dopo 30 anni di attività si è commosso, facendo scivolare sul viso una lacrima che dice tutto sul valore di uomo beniamino della tifoseria.
Non per nulla, al termine dell’incontro con Tortona dove è stato protagonista con un’ottima prestazione, il pubblico lo ha più volte acclamato con cori che ancora risuonano nello storico palazzetto di Rieti e che per tanti anni risuoneranno come un’eco.
Perchè di giocatori così se ne trovano pochi, sono questi i giocatori che fanno spogliatoio, che danno qualità al gioco e che insegnano ai giovani come si vince e come si affrontano le sconfitte.
“Non faccio frasi fatte – ha commentato Feliciangeli – non ho nessun rimpianto perchè sarebbe troppo facile ricordare le cose belle, e fortunatamente sono state tante nella mia carriera. Ho realizzato sportivamente tutti i miei sogni. però ho voluto ricordare anche le cose brutte che ho fatto, gli errori che ho fatto anche nelle semifinali e nei quarti palyoff qui a Rieti. Non posso dire qual è stata la stagione più bella perchè tutte mi hanno dato tantissimo, non posso dirti il compagno migliore perchè ne ho avuti tantissimi e con molti ci sono ancora affezionato. Nessun rimpianto, questa è l’unica cosa che ci tengo a dire. preferisco farlo adesso perchè non ne voglio avere di rimpianti anche se mentalmente e soprattutto fisicamente potrei riuscire a sostenere altre stagioni è giusto smettere adesso.”
Come sarà la vita di Feliciangeli senza basket giocato?
“Per adesso, poi parleremo io e Peppe in discorsi futuri, non mi sono fatto trovare impreparato ovviamente. La mia decisione – ha proseguito Feliciangeli – era nata già diversi  mesi fa, anche ieri ho deciso che sarebbe stata la mia ultima partita in casa dopo aver saputo della matematica salvezza della squadra, non avevo fatto dichiarazioni precedenti per evitare figuracce nel caso in cui fossimo andati ai playout. Affronterò i prossimi mesi con un lavoro che già ho, un lavoro non qui a Rieti, in attesa di altre cose, anche se questa è già un’ottima cosa. Sono ignorante un pò in tutto perché nella mia vita ho sempre e solo giocato a basket e ricominciare tutto daccapo a 42 anni non è facile. Lo faccio con molta umiltà, dovrò passare un pò di tempo all’inizio per imparare tante cose, ma avrò delle soddisfazioni.”
Nelle parole del capitano una forte emozione che ha spezzato al voce e lasciando spazio alle lacrime, soprattutto nel momento nel quale durante l’intervista ha vissuto nuovamente i due tiri liberi dell’ultimo match che ha regalato a Rieti la salvezza.
“Nei miei due tiri liberi ero ancora in trance agonistica, poi quando è andato Davide Parente ho cominciato a realizzare tutto e non è stato semplice, e non lo è ancora.” – ha concluso il capitano asciugandosi le lacrime.
“Picchio è una persona vera, seria, trasparente, ci capiamo al volo, con una stretta di mano. Il suo valore il pubblico lo capisce – ha commentato il presidente Cattani – lo ringrazio per aver giocato nella mia squadra e lo ricorderò per tutta la vita.”