ELEZIONI: GRILLO DOVRA' ASSUMERSI LE RESPONSABILITA'

Elezioni amministrative

Gli elettori hanno parlato ed hanno sancito che: il centro destra di Berlusconi e Lega Nord non merita di tornare a governare; il centro sinistra di Bersani e Vendola è una alternativa non adeguata; i tecnici alla Monti, capaci di liquidare in una tornata elettorale un consenso rivelatosi assolutamente malriposto, è opportuno farli tornare al loro mestiere; le ali di destra e di sinistra, non essendo indispensabili, possono restare fuori dal Parlamento; al Movimento 5 Stelle, efficace nell’intercettare la rabbia nei confronti della politica e degli attuali politicanti, non si può affidare il compito di guidare l’Italia.

Un risultato che, positivo o negativo che sia, ha spiazzato tutti. Nessuno aveva colto, nei segnali che lo preannunciavano, le dimensioni del terremoto che stava per sconvolgere la geografia politica del Paese.

La conferma che oggi le forze politiche sono rappresentate da Stati Maggiori, centrali e periferici, che presumono di avere il diritto di rappresentare un popolo con il quale dialogano sempre meno. Si nutrono troppo solo di sondaggi, spesso inattendibili, di presenze in video, di comunicati stampa, di interviste.

La loro sorpresa è stata tale da indurli a rilasciare commenti quanto meno singolari: i berlusconiani, nonostante abbiano perduto rispetto alle precedenti elezioni, oltre sei milioni di voti, più della metà dei parlamentari e frustrata la possibilità di tornare a governare il paese, si sono dichiarati soddisfatti del risultato conseguito. Una soddisfazione evidentemente indotta dalla convinzione che poteva andare anche peggio e tesa a nascondere una sconfitta davvero pesante anche se, il pareggio sfiorato con il centro sinistra, anch’esso in forte seppur minore calo, può averne velato le dimensioni; il PD, che in coalizione con Vendola ha ottenuto il maggior numero di consensi popolari sia al Senato che alla Camera e che, grazie al premio di maggioranza, ha anche ottenuto il raddoppio del numero dei parlamentari, esplicita la sua delusione per non essere riuscito a conseguire una vittoria che ha improvvidamente ritenuto scontata, stante il fallimento del centro-destra, il successo avuto con le primarie e il favore che si vedeva attribuito dai sondaggi.

Una previsione che non teneva conto dell’insofferenza montante verso i partiti, i costi della politica e gli scandali dei quali si sono resi protagonisti uomini appartenenti a tutti i partiti. Si è inoltre sottovalutato che quella insofferenza avrebbe potuto trovare nel M5S, così come era già capitato a Parma e in Sicilia, la forza con la quale farla vivere nella nuova legislatura; il Movimento cinque Stelle, che è l’unico vero vincitore delle elezioni avendo ottenuto lo straordinario risultato di diventare il primo partito, avverte di non essere preparato al peso delle responsabilità che quel risultato gli attribuisce. Sa di averlo ottenuto dando voce alla rabbia di un popolo deciso ha rompere i meccanismi di un sistema politico che vuole cambiare e sa anche che non sono stati dati per affidargli il governo del Paese.

Il risultato ha evidentemente sorpreso lo stesso Grillo che aspirava ad (15 -18%?) con il quale gestire una opposizione, più o meno responsabile ma, lontana dal doversi assumere le responsabilità che, volente o nolente, sarà costretto ad assumersi se non vuol rischiare di perdere subito parte dei consensi ricevuti.

È evidente che la prima mossa spetta a Bersani ma, il primo partito italiano, non può esimersi, dall’indicare anch’esso una via d’uscita per evitare l’ingovernabilità. Una situazione che offrirebbe il fianco alla speculazione finanziaria internazionale con conseguenze disastrose che minerebbero ulteriormente le condizioni di vita di milioni di italiani già duramente provati.

Constatato che la complessità del quadro politico uscito dalle elezioni presenta ostacoli che non sarà agevole superare spetta a tutte le componenti presenti in parlamento valutare la gravità dei rischi che incombono sul paese ed assumersi il carico di responsabilità che gli compete.

Gli elettori vigileranno e sapranno valutare se i comportamenti delle componenti che hanno votato sono improntati al realizzarsi del bene comune salvando il Paese dal disastro o, pur di realizzare ipotetiche convenienze di parte contingenti, sono disposte a sacrificare il Paese e il divenire del suo popolo. Nei momenti particolarmente delicati come quello attuale è necessario dimostrare di avere il coraggio delle scelte difficili. Si spera che tutti possano dimostrare di averlo.