Dimissioni Valentini, NOME: “Questione politica ed occupazione di potere?”

La discussione intorno alla richiesta di dimissioni del Presidente del Consiglio Comunale Valentini, oltre che regolamento di conti all’interno, è il segno tangibile del livello di degenerazione della cultura politica praticata dal cdx, e della sua vocazione a concepire in termini proprietari la gestione della cosa pubblica, occupando impropriamente anche le funzioni di garanzia.

Il ruolo del Presidente dovrebbe essere improntato all’efficiente funzionamento del Consiglio Comunale, espressione della Città, non della Giunta né del Sindaco, non piegato ad interessi di parte. Tanto che, in un passato non troppo lontano, attribuzione del ruolo di Presidente di una Assemblea ad un membro dell’opposizione, non era visto come anomalia, ma come normale possibilità della dinamica politica. Leggiamo oggi, al contrario, che la richiesta di dimissioni di Valentini (e perché non quelle del vice Angelucci, transitato dal csx al cdx?) sono motivate da ragioni collegate alla mancata organicità del Presidente del Consiglio Comunale rispetto ad una nuova maggioranza politica, che vede 4 consiglieri eletti nel cdx passati all’opposizione e 2 eletti all’opposizione (Angelucci e Evangelista) invece a supporto del cdx.

Il fatto che il cdx non “sfiduci” Valentini, ma ne chieda dimissioni, è legato proprio al fatto che la sfiducia non può essere motivata da fatti politici, mentre la Legge prevede tale possibilità solamente in caso di mancato rispetto delle condizioni di “imparzialità” attribuite al ruolo del Presidente. Sinibaldi, la sua Giunta, la sua maggioranza, invocano le dimissioni perché il Presidente del Consiglio Comunale non risponde ai propri “desiderata”.

Ed invece, è proprio la Legge, a tutela di una funzione di garanzia, che, nel descrivere ruolo e funzioni del Presidente, ne difende il ruolo (non la persona) dall’occupazione del potere, così ben rappresentata dal teatrino interno al cdx. Un teatrino a cui la città assiste con un misto di curiosità e disinteresse, mentre la politica ne è così appassionata proprio per i motivi descritti sopra”. Così nella nota NOME Officina Politica