“In queste ore leggiamo che il Consiglio dei ministri “approverà la norma che consente di
allargare la Zona economica speciale (ZES) anche alla Regione Marche e alla Regione
Umbria, secondo quanto dichiarato dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Una notizia che spinge a chiedersi come mai il nostro territorio continui ad essere
ingiustamente escluso dalla Zona economica speciale. Infatti, le aree più critiche del
nostro territorio e le ex aree della Cassa del Mezzogiorno della nostra regione non solo
non beneficiano delle opportunità che prevede la normativa ma già hanno subito ulteriori
danni al tessuto economico e sociale, come la delocalizzazione di aziende verso le regioni
che beneficiano dei vantaggi della ZES , che ora circondano quasi completamente il Lazio”.
Lo dichiara, in una nota, il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Natale Di Cola.
“Auspichiamo che le forze politiche e i rappresentanti istituzionali del territorio agiscano
affinché il Consiglio dei ministri includa nella ZES alla Regione Lazio e fare in modo che si
abbiano degli strumenti in più per reagire alla condizione di stagnazione e crisi economica
in cui versano tanti territori della Regione Lazio e a cui, come già abbiamo evidenziato, non
si riuscirà a dare risposte adeguate con le misure della Zona logistica semplificata, il cui
iter di approvazione ancora non è concluso – aggiunge il segretario generale della Cgil di
Roma e del Lazio, Natale Di Cola – dall’inizio dell’anno, infatti, sono aumentate del 14 per
cento le ore di cassa integrazione, concentrate principalmente nei settori dell’automotive,
del trasporto aereo e del manifatturiero ma che sono in crescita in 28 comparti su 42,
sono in aumento del 10 per cento i neet, ossia i giovani rimasti al di fuori di percorsi di
istruzione, formazione e lavoro e cala la nuova occupazione del 4 per cento nei primi tre
mesi del 2025. Un contesto che rischia di acuirsi, per questo, come chiediamo da tempo, è
fondamentale che la Regione Lazio sia inclusa nella ZES e possa uscire da una situazione
di svantaggio”, conclude.
Così nella nota la CGIL