Criticità Piana Reatina. Paolucci (Uil): “Un territorio da strappare al degrado”

Piana reatina

“Circa novanta chilometri quadrati di estensione. Una spazio di verde circondato da montagne, ricco di sorgenti e di laghi. E’ la nostra Valle Santa. Quella che tutti noi chiamiamo piana reatina. Un territorio che va difeso e preservato. Un territorio però abbandonato”. Lo dice Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina romana.

“Ci sono innumerevoli criticità in questa parte di Rieti che negli anni nessuno ha mai affrontato – spiega il Segretario – Le strade sono piene di buche, l’illuminazione come il trasporto pubblico sono assenti, sono servizi sconosciuti. E che dire della rete fognaria? Da queste parti non esiste. Non a caso giorni fa abbiamo denunciato questo dato certificato da Legambiente: la percentuale della popolazione reatina servita da rete fognaria arriva all’84%. Il restante 16 per cento vive in condizioni di disagio più simili all’ottocento che al secolo in cui viviamo. Anche la metanizzazione – sempre promessa nelle varie campagne elettorali – resta un sogno perché mai iniziata”.

“Ma non è tutto – prosegue Paolucci – all’intero della riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile gli abusi edilizi non vengono abbattuti. Stiamo parlando di illeciti segnalati da tempo alle autorità competenti, che tutti conoscono con tanto di ordine di demolizione dal 2013. Sono anni che denunciamo questo scempio che si compie in un’area naturale protetta, ma tutto resta immobile, tutto resta cristallizzato. Torniamo a chiedere alle forze dell’ordine un ulteriore sforzo per garantire i diritti anche dei cittadini che abitano questo territorio. C’è poi il capitolo piogge. A ogni ondata di maltempo i canali si riempiono di ogni genere di rifiuti trascinati a valle dalle correnti. Il fiume Velino che circonda la piana reatina si riempie di tronchi, plastica, rami, creando un pericolo perché questi materiali possono intralciare il normale deflusso delle acque. Cosa si aspetta a intervenire? Si aspetta forse di finire inondati, o si aspetta che l’antico Lacus Velinus si riformi e ci sommerga?”.

“Dobbiamo strappare questo territorio al degrado – conclude Paolucci – E’ per questo che continuiamo a denunciare ciò che non va. Denunciare è dovere di un sindacato, ma più in generale è un dovere civico. Qualcosa che rimanda al rapporto che ognuno di noi ha con il mondo che lo circonda. Ed è chiaro che su questo tema entra in gioco la sensibilità personale: c’è chi è per lo status quo e per la cristallizzazione dei problemi, e chi invece combatte per cambiarlo senza rassegnarsi. La Uil di Rieti rientra nella seconda categoria e non va, come qualcuno errando sostiene, alla ricerca spasmodica di temi per sollevare polveroni. Attendiamo quindi fiduciosi che chi ha competenza si attivi per risolvere queste ataviche problematiche della nostra Valle Santa”.