COSTINI: PRIMA I PROGRAMMI POLITICI, POI PENSIAMO AI CANDIDATI

Costini PDL

"Gli interventi di Fabio Refrigeri e Carmine Rinaldi, apparsi recentemente sulla stampa, stimolano sicuramente una discussione interessante, di un livello più alto delle polemiche personali e personalistiche che in maniera assolutamente bipartisan stanno caratterizzando questo periodo post elettorale.

Credo che sia opportuno ricordare che le elezioni non si vincono o si perdono per merito o demerito di una persona, ma per il concatenarsi di una serie di eventi e per il sovrapporsi di responsabilità differenti. Davide Basilicata ha vinto le elezioni non perché è giovane e simpatico, ma perché in questi anni ha avuto la capacità di costruire un’alternativa politica credibile, con una proposta di governo del proprio Comune migliore, concreta, capace di convincere le varie categorie presenti sul territorio, contrapposta alla semplice gestione del potere che gli ex comunisti di Fara Sabina continuavano a esercitare, immaginando di poter proseguire a vincere per trascinamento. Insieme a questo ha costituito una squadra, avendo il coraggio di scegliere, di selezionarla, senza la paura di mancare di rispetto a qualche storica figura del centrodestra farense.

Derubricare il successo di Basilicata, alla voglia di nuovo, alla sua età anagrafica, significa commettere un grossolano errore di valutazione. A Fara Sabina questo è potuto avvenire perché si è di fronte a un comune maturo, in cui la pressione delle clientele e l’assistenzialismo hanno un peso minore e la gente è libera di scegliere sulla base di un progetto, di una presa di coscienza, al contrario di quanto è avvenuto a Fiamignano.

Lì si è perso non per demerito di un sindaco, come Carmine Rinaldi, uno dei migliori amministratori del Cicolano, ma proprio per il prevalere di giochi di piccolo potere locale, di gelosie, di invidie, di quella bassa cucina che purtroppo è la vera zavorra di un territorio che non riesce a uscire da una crisi che oramai è diventata strutturale, soprattutto per colpa di una classe politica che utilizza gli strumenti in suo possesso solo per consolidare sé stessa. In questa logica a Fiamignano ha vinto il vecchio che più vecchio non si può, garantendo, al di là delle appartenenze politiche, il ritorno a un immobilismo utile solo a spopolare ulteriormente quel Comune.

E a Rieti? Oggi sentiamo fioccare nomi di candidati in pectore, di ristrette cerchie nelle quali dover scegliere il successore di Giuseppe Emili, ma non abbiamo sentito alcuna prospettiva politica, nessun progetto o idea. Ci farebbe piacere, ad esempio, sapere dal centrodestra qual è la posizione sul fotovoltaico, in particolare sulla sua diffusione, sulla sua regolamentazione che con difficoltà abbiamo fatto approvare in consiglio comunale e sulle megacentrali della Piana che il capogruppo della Fondazione per le Libertà (una delle tante articolazioni del Pdl in consiglio comunale) ha strenuamente difeso.

Vorremmo sapere quale modello di sviluppo si immagina per le piccole e medie imprese del nostro territorio, quale sia il progetto del centrodestra per il centro storico: nuova piazza del mercato o luogo di attrazione turistica? Verrebbe da chiedere quale modello di assistenza sociale si prospetta per i prossimi dieci anni, considerato che l’attuale sistema palesemente non è più sostenibile. Quale modello di bilancio si intende costruire dal momento che avrà inizio il federalismo municipale. O ancora, quale modello di sviluppo urbanistico della città immagina il Pdl: la 167 stile Campoloniano o la rivoluzione dei Piani integrati?

Sarebbe interessante sapere se la classe politica del centrodestra è disponibile a spendere sé stessa per difendere il progetto della Cittadella dell’innovazione, il Distretto della montagna o se intende continuare a usare il proprio ‘peso romano’ solo per ottenere legittimi incarichi individuali. Credo solo sciogliendo questi nodi potremmo ricondurre la discussione su un piano di correttezza, evitando che nelle scelte prevalgano sentimenti e personalismi che nulla hanno a che vedere con la politica. Scegliamo uomini, nuovi o meno che siano, ma in grado di realizzare programmi condivisi".