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mercoledì 17 Settembre 2025
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Contratto con modalità a distanza, Turi (UIL Scuola) “Troppe domande senza risposta”

“L’abitazione è un luogo di lavoro? La sicurezza come viene configurata? E la privacy? Un’ora di lezione in presenza equivale ad un’ora on line? La DAD è diversa dalla DID? L’esposizione al video di docenti e alunni come va regolamentata? Come si garantisce la vigilanza? E gli infortuni sul lavoro?

Sono solo alcune delle domande lasciate aperte dal contratto sulla didattica a distanza predisposto dal Ministero dell’Istruzione. Siamo in una situazione in corsa, ma questo non significa che non dobbiamo pensare in quali condizioni stanno lavorando gli insegnanti, altro che stress da lavoro correlato ha osservato Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, che è tra le sigle che non hanno sottoscritto il contratto integrativo sulla didattica integrata digitale(la DID).

Nelle scuole si lavora con preoccupazione e la confusione normativa non aiuta -ha aggiunto Turi. Il lavoro agile è su base volontaria ma nella scuola non si applica. La DaD ( didattica digitale a distanza) è una didattica di emergenza. La DID ( didattica integrata digitale) è didattica oltre l’emergenza. E’ prevista da un atto amministrativo con le linee guida delle scuole superiori e presuppone che le scuole siano aperte, serve ad integrare la didattica in presenza, altrimenti si passa alla didattica a distanza che è altro.

Bisogna partire da questo – ha precisato Turi – per comprendere quanto il contratto scritto dal Ministero dell’ Istruzione sia stato gestito frettolosamente e in modo inadeguato. Ci sarebbe bisogno del supporto di pedagogisti, psicologi, legislatori, giuristi per inquadrare in un contratto un mondo che sta cambiando, aumentando la sua già alta complessità. Le relazioni stanno cambiando, così pure i luoghi di lavoro, la professionalità docente si sta trasformando. Quello che dobbiamo mettere in sicurezza sono le condizioni personali e ciò che dobbiamo fare funzionare sono le dimensioni strumentali, insieme,con saggezza, sulla base dei dati e delle condizioni oggettive.

Per noi la vera scuola è in presenza, ma anche in sicurezza sanitaria e professionale. Siamo di fronte ad un contratto scritto male e difficile da applicare, al punto che è arrivata una nota per migliorarlo ed interpretarlo. Una circolare – si è chiesto Turi – può spiegare un contratto? Un accordo politico non dovrebbe essere il presupposto e non il corollario di un contratto? Noi non condividiamo una gestione dell’emergenza gestita con la testa orientata al passato, non è tempo di tavoli ma di decisioni e di coraggio che vanno contestualizzati al momento che stiamo vivendo.

Le scelte contrattuali restano, i Governi passano, come i tavoli che annunciano. In un momento così complesso – conclude Turi – i riferimenti contrattuali sono la bussola di scelte da fare con ponderazione. Noi ci metteremo in posizione di ascolto dei lavoratori per rappresentarli al meglio”. UIL Scuola

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