Consiglio comunale di Cantalice, minoranza: perplessità e amarezza

Basiti, interdetti e soprattutto con tante domande che nella sede più opportuna, quella del Consiglio Comunale, luogo per eccellenza della condivisione, non hanno trovato adeguate risposte. Quelle che è giusto e doveroso fornire non tanto alla minoranza, quanto alla cittadinanza. E noi proprio con i cittadini vogliamo condividere le perplessità e l’amarezza che ci portiamo dietro dal Consiglio dell’8 agosto scorso, rappresentando pubblicamente le motivazioni del voto espresso in tale sede sui vari punti all’Ordine del giorno.
Partiamo dal punto centrale (centrale di sicuro per noi, non certo per la maggioranza, che lo ha trattato come periferico accessorio) ovvero il Bilancio Consuntivo 2013. E’ servita la diffida della Prefettura per far si che l’Amministrazione si svegliasse dal torpore, adempiendo all’obbligo della sua approvazione, la quale arriva con un ritardo clamoroso, che naturalmente nessuno ha spiegato. A dir poco imbarazzante la trattazione riservata a questo fondamentale atto, che mostra inappellabili criticità e intollerabili mancanze: il bilancio è stato schiacciato in quattro righe e mezzo, quelle delle “CONCLUSIONI” alla relazione del Revisore dei conti. L’assessore relatore Sergio Patacchiola ha ritenuto sufficiente leggere queste quattro righe per spiegare alla cittadinanza il documento che più di ogni altro spiega il come, dove, quando e il perché delle scelte politiche e amministrative di un Ente Pubblico. Di quel bilancio si doveva spiegare l’evoluzione e la gestione dell’indebitamento dell’Ente che è passato dai 528,94 Euro del 2012 ai 787,92 Euro nel 2013 a cittadino: basta una semplice divisione per arrivare a questo risultato.
Ed ancora: il revisore dei conti segnalava la necessità di effettuare una ulteriore analisi dei residui attivi e passivi. A questo punto (ben coscienti che si tratta di una domanda retorica) ci chiediamo: è stata fatta questa valutazione? Cosa ne è emerso? E, visto che ci siamo: come mai il parere del Revisore dei Conti è stato depositato solo il giorno prima del Consiglio? Forse per fare in modo che la minoranza, alla quale è riconosciuto il ruolo di garanzia per il corretto funzionamento dell’organo consiliare, non potesse avere il tempo di leggere le carte? Il Sindaco avrebbe dovuto procedere all’annullamento dell’avviso di convocazione, motivandolo, e non andando a sollecitare il revisore per il parere. Gli equilibri di bilancio vanno salvaguardati, non approvati con atti di forza della maggioranza, in ossequio al principio di correttezza dell’azione amministrativa.
L’Amministrazione non ha certo recuperato con l’illustrazione delle linee programmatiche, pari praticamente allo zero. Il Sindaco si sarebbe limitato alla lettura di poche righe se dai banchi dell’opposizione non avessimo incalzato spingendolo ad approfondire almeno un argomento, quello concernente l’acquedotto. Come può un’Amministrazione non individuare il tracciato che intende perseguire nel campo delle opere pubbliche, della gestione finanziaria, dei progetti? Non abbiamo sentito alcuna proposta per il nostro paese. Solo assordanti silenzi, tipici di un’amministrazione che non guarda al futuro, in un perenne stato alla “io speriamo che me la cavo”.
La stessa superficialità ha distinto la maggioranza durante la discussione sulla concessione in comodato d’uso gratuito del “Rifugio la Fossa” di Terminillo a “Legambiente Centro Italia Rieti”. Come mai tanta fretta questa volta ha contraddistinto la sonnolenta maggioranza? Non sarebbe stato opportuno indire un bando pubblico per verificare se tra i giovani cantaliciani, imprenditori, Associazioni (tipo Proloco, Federcaccia, Motoclub) non ce ne fosse qualcuno interessato a presentare un progetto per il rilancio del rifugio? Tra l’altro, come abbiamo fatto già notare, i Rifugi già gestiti dall’associazione (La Valle del Drago a Bergamo, Le Cave a Prato, l’Andirivieni a Biella), consultando internet, si direbbero attività a scopo di lucro. Non sarà anche il caso di Cantalice? Altra domanda inascoltata e una sola realtà: un’occasione mancata.
Non resta che augurarci che maggior avvedutezza sarà usata al momento di decidere sull’elezione del Presidente del Consiglio Comunale, figura appena introdotta con una modifica dello Statuto, ed ancora vacante. A tal proposito, un’ultima domanda: perché non affidare questo ruolo di garanzia ad un esponente della minoranza? Il sindaco su questa proposta si è mostrato possibilista. E certo possibilisti lo siamo anche noi. Una scelta di questo tipo rappresenterebbe un primo segnale di apertura, la stessa che finora è sempre mancata, in un Comune che più che baluardo di democrazia è stato un’oligarchia feudale. Ma noi continuiamo a credere nel cambiamento, che non è solo un diritto ma anche e soprattutto un dovere verso tutti i cittadini.
I Consiglieri di Minoranza Maika Panfilo e Roberto Baldi (nella foto).