Comune di Rieti: il "Manni" non chiuderà ma dovrà cambiare natura

La vicenda della conduzione del servizio della Casa di Riposo ex Manni, attualmente situata presso Casa Serena, è l’ennesimo esempio della malagestione del passato che l’attuale Amministrazione sta cercando di sanare e regolarizzare.
Al nostro arrivo la gestione della struttura arrecava al Comune, e dunque a tutti i reatini, un passivo di circa 1 milione e mezzo di euro e per l’assistenza di ogni utente (la media è di circa 45 ospiti) la collettività doveva sostenere una spesa di 3.200 euro al mese. Dopo un anno e mezzo, anche grazie alla pregevole operazione di riorganizzazione del servizio mensa, siamo riusciti a far scendere la differenza tra entrate e spese a 976 mila euro.
È del tutto evidente che i Servizi sociali sono una funzione essenziale degli Enti locali e che è necessario garantire una spesa sociale in grado di sostenere le fasce più deboli e le categorie sociali più fragili. Tuttavia, per essere davvero efficienti e spendere bene le risorse pubbliche, è necessario continuare nella politica di “riqualificazione” della spesa interrompendo sperperi e clientele.
La Casa di Riposo ex Manni è un servizio a domanda individuale e le tariffe che pagano gli utenti, unitamente al contributo di 40 mila euro della Regione Lazio, sono le uniche entrate di cui dispone la struttura. Anche per questo sono state adeguate, pur rimanendo a livelli molto più bassi della media del settore, ed è stato stabilito che l’indennità di accompagnamento sia versata integralmente alla struttura.
È inaccettabile quanto sta avvenendo in queste ultime settimane, e cioè che gli utenti, su istigazione di un’organizzazione sindacale, non intendano pagare le tariffe rivalutate mettendo così a rischio il mantenimento della struttura. La Casa di Riposo non sarà chiusa, ma il servizio pubblico dovrà cambiare natura e diventare quello che è nel resto del Paese, garantendo, com’è stato fatto nel caso del servizio mensa, qualità e livelli occupazionali.