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mercoledì 10 Dicembre 2025
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Commissario al Sisma 2016 Guido Castelli: “La cucina italiana frutto di natura e cultura”

Il riconoscimento riservato dall’Unesco alla cucina italiana, come patrimonio dell’umanità, grazie al percorso intrapreso dal ministro Francesco Lollobrigida con il ministro della Cultura Alessandro Giuli e l’intero Governo Meloni, ha ottenuto oggi il via libera unanime del Comitato Unesco riunito a Nuova Delhi. E’ motivo di legittimo orgoglio per il nostro Paese e un invito a guardare con rinnovata cura le nostre “radici” che sono alla base della qualità del nostro cibo. Secondo la decisione assunta dall’Unesco, la cucina italiana è una “miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie”, “un modo per prendersi cura di sé stessi e degli altri, esprimere amore e riscoprire le proprie radici culturali, offrendo alle comunità uno sbocco per condividere la loro storia e descrivere il mondo che li circonda”. Per l’Italia è una sollecitazione a rinnovare l’attenzione verso la qualità della produzione agricola, come premessa per una qualità della produzione alimentare. Come ebbe modo di dire la premier, Giorgia Meloni: “Vogliamo essere impegnati anche nella sicurezza e incolumità alimentari, non solo dunque alimenti per tutti ma assicurare alimenti sani per tutti”. C’è una sovranità alimentare da recuperare, che tra l’altro è ricca di storia e di ricerca.

La qualità del nostro cibo è fatta di cultura e di natura. E’ fatta di attenzione a sé stessi e ai propri vicini, è fatta di tradizioni “a chilometro zero”. La dieta mediterranea, che è parte e frutto della cucina italiana, si fonda sulla qualità dei prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento, soprattutto rivolto alla produzione del latte e dei suoi derivati. L’agricoltura (e la silvicoltura) è da sempre l’attività primaria di relazione produttiva tra Uomo e Natura. Nella ricostruzione e riparazione dell’Appennino centrale dopo il sisma del 2016 abbiamo spesso modo di verificare quanta parte hanno le attività agricole nella conservazione – “difendi conserva prega” diceva Pasolini – della vita delle nostre comunità. La presenza di attività agricole, non da latifondo, favorisce anche gli insediamenti animali, messi a rischio dalla deforestazione. Le pratiche agricole diversificate, se condotte dall’uomo in ascolto e nel rispetto del luogo in cui si impiantano, possono sostenere nel tempo la crescita a lungo termine di molte specie della popolazione animale sensibili legate alle foreste e che si nutrono di insetti. Numerosi studi attestano infatti che i benefici di pratiche agricole diversificate per la biodiversità possono accumularsi nel tempo e che tali pratiche conservano un potenziale vitale per il futuro ripristino. La cucina italiana non è solo frutto della creatività, pur ammirevole, di rinomati chef italiani, ma è l’esito di un lungo percorso di feconda relazione tra Uomo e Natura, con l’obiettivo della salute delle persone e dell’ambiente.

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