Nei giorni scorsi agenti del Posto di Polizia di Passo Corese hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di un uomo di 60 anni indagato per il reato di atti persecutori commessi nei confronti della ex compagna. La misura è stata emessa a seguito della denuncia sporta dalla donna, esasperata dal comportamento del suo ex compagno che, nei mesi antecedenti, aveva posto in essere una condotta ossessiva e molesta che le aveva cagionato un perdurante e grave stato di ansia e di paura per la propria incolumità.
Le indagini condotte dagli Agenti della Polizia di Stato, che hanno immediatamente attivato la procedura del cd. “Codice Rosso”, hanno consentito di raccogliere una serie di testimonianze utili alla ricostruzione dei fatti, evidenziando che l’uomo, un sessantenne residente in provincia, aveva posto in essere deprecabili comportamenti consistiti in ripetuti ed asfissianti contatti telefonici accompagnati da offese e minacce, anche di morte, nonché numerosi appostamenti e pedinamenti e in ultimo, anche il danneggiamento degli pneumatici dell’autovettura della ex compagna.
L’uomo è stato quindi denunciato alla locale Procura della Repubblica per il reato di atti persecutori e il G.I.P. del Tribunale di Rieti, accogliendo la richiesta formulata dal Pubblico Ministero titolare dell’indagine, ha disposto nei confronti dell’autore delle condotte persecutorie la misura cautelare del divieto di avvicinamento a meno di 800 metri alla parte offesa e ai luoghi dalla stessa abitualmente frequentati, con applicazione del “braccialetto elettronico” nonché l’obbligo di firma presso un ufficio di polizia giudiziaria, misure immediatamente eseguite dagli Agenti del Posto di Polizia di Passo Corese.
Nell’ambito del procedimento penale instauratosi nei suoi confronti, l’eventuale responsabilità penale verrà accertata dal Giudice.
Il presente comunicato si trasmette al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dell’indagato che, in considerazione dell’attuale fase di indagini preliminari, è da presumersi innocente fino a sentenza irrevocabile che ne accerti la colpevolezza