Il Comitato Civico 3e36 di Amatrice e Accumoli interviene con decisione su due fronti che toccano il cuore della rinascita post-sisma: da un lato, ha formalmente richiesto un incontro urgente alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni; dall’altro, denuncia con forza l’esclusione dei due Comuni del cratere laziale maggiormente colpiti dal terremoto, dalla Zona Economica Speciale (ZES), recentemente estesa alle regioni Marche e Umbria.
Con una PEC, inviata nei giorni scorsi, il Comitato ha chiesto alla Presidente Meloni un incontro diretto per rappresentare le criticità irrisolte nella ricostruzione dei Comuni di Amatrice e Accumoli.
Nella lettera si sottolinea come, a nove anni dal sisma del 24 agosto 2016, «Amatrice e Accumoli oggi non esistono», e le comunità locali rischiano di perdere definitivamente la loro identità, storia e vitalità sociale.
Il Comitato rivendica il diritto a vivere e lavorare in un territorio “altamente identitario, unico e inimitabile” e chiede che venga riconosciuta la straordinarietà della situazione, con soluzioni concrete e immediate. Il Comitato esprime inoltre forte preoccupazione nella esclusione dalla ZES, mentre Marche e Umbria, entrambe regioni colpite dal sisma del 2016, sono state recentemente incluse con l’Abruzzo che già risultava incluso nella ZES.
È un fatto paradossale e grave: le uniche due città Laziali completamente spianate dal terremoto – Amatrice e Accumoli – si trovano oggi in una condizione di squilibrio istituzionale ed economico, accerchiate e penalizzate in un’isola all’interno del Cratere sisma. Una posizione di isolamento che scoraggia investimenti, lavoro e permanenza.
“Serve un trattamento speciale per le città completamente distrutte dal sisma – dichiara il Comitato – altrimenti il messaggio che passa è che chi ha perso tutto viene lasciato indietro. Non è accettabile” A sostegno di questa posizione, il Comitato richiama anche l’allarme lanciato da CNA Rieti, che ha evidenziato il rischio concreto di un nuovo spopolamento causato proprio da queste disparità. Così nella nota il Comitato Civico 3e36