Centrale Biogas, Sabina Radicale: “Ma non c’è un carcere proprio lì vicino?”

Penitenziario di Rieti

“Nel dibattito in corso sulla centrale a Biogas nel Nucleo Industriale di Rieti il punto cruciale dovrebbe essere, una volta fosse appurata la insalubrità dell’impianto, la vicinanza delle abitazioni e degli “insediamenti sensibili” (così denominati dal Regolamento Comunale).

Ora accade che chi si oppone o ha perplessità sull’impianto cita (oltre naturalmente alle abitazioni di Madonna del Passo, alcune delle quali rientrerebbero nella fascia di 200 metri) scuole, ospedali ma trascura il carcere.

Ci riferiamo esplicitamente al consigliere comunale Boncompagni della Lega Salvini Premier ed al segretario locale della UIL Paolucci.

Eppure il carcere sarebbe di sicuro, tra (citiamo ancora il Regolamento Comunale) gli “insediamenti sensibili (scuole, ospedali, carceri, ecc.)“, il più vicino (700 metri) ed anche il più “vissuto”, considerando che, lavoratori a parte, ci abitano 360 persone per 24h al giorno per 365 giorni l’anno.

Risulta davvero strano, questo trascurare il principale insediamento in una situazione in cui la sua citazione avrebbe rafforzato la propria iniziativa.

Ad avviso di Sabina Radicale si danno due ipotesi: o essi non sanno (o hanno dimenticato) che proprio lì c’è un carcere; oppure esso non viene citato volutamente, per la diffusa convinzione che il carcere sia fatto per marcirci dentro e quindi il fatto di avere un impianto insalubre vicino possa tutto sommato non essere visto come un male.

Purtroppo propendiamo per questa seconda ipotesi, avvalorati dalla considerazione che chi invece non può e non vuole ignorarlo, come Bernardino De Marco del PD, lo cita sì, ma in lista come ultimo tra “scuola elementare, abitazioni, ospedale, cimitero (sic!), carcere”.

Dai personaggi citati ci piacerebbe una riflessione sul meccanismo mentale o un chiarimento sulla scelta comunicativa che li ha portati ad ignorarlo. Dalla città tutta (e dalla Amministrazione in primis), Sabina Radicale si aspetta che la realtà del carcere venga ricordata e considerata come una parte della città stessa.”

Sabina Radicale