“Le spaccature ormai insanabili all’interno del Centrodestra reatino evidentemente agitano il riposo di Daniele Sinibaldi, il quale ieri nonostante la giornata festiva ha vergato un lungo e rabbioso post su Facebook. Sempre più solo e chiuso nel suo metaforico bunker, il Sindaco ce l’ha con tutto e tutti, ma la sua furia cieca, e molto poco istituzionale, lo porta a rivendicare valori che lui stesso tradisce quotidianamente. Si scaglia contro chi compromette “la serietà e la dignità della politica”, dopo aver accettato uno spropositato aumento di stipendio rinunciando alla possibilità di destinare parte di quella somma a scopi ben più nobili. Accusa altri di “coprire di ridicolo le istituzioni che si dovrebbero rappresentare”, mentre tiene in piedi la sua maggioranza in Consiglio grazie a due transfughi del centrosinistra (uno dei quali indagato per reati contro la pubblica amministrazione!) e a qualche incarico generosamente elargito.
Si appropria di meriti su “università, manutenzioni, infrastrutture, rigenerazione urbana”, ma non ha fatto altro che beneficiare dei fondi PNRR e continuare progetti già avviati da chi occupava lo scranno prima di lui (e non mi riferisco soltanto alla legislatura Cicchetti ovviamente). Quando imputa a terzi la tendenza a “calpestare le regole”, poi, fa davvero sorridere: nessuna amministrazione più di questa ha mostrato disprezzo verso qualsiasi tipo di norma, prassi, procedimento amministrativo, perfino buon senso, sfoderando una sfacciataggine e un’arroganza che non hanno precedenti in questa città.
Ecco, il punto è proprio questo, ed è sotto gli occhi di tutti i reatini: l’arroganza di Sinibaldi ha allontanato e sta allontanando man mano tante persone che si erano imbarcate con lui in questa avventura politica. Voleva essere un uomo solo al comando, e ci sta riuscendo. Ma da soli non si può governare, o quantomeno non ci si può sorprendere se poi la delusione di qualche ex sodale porta a strattonate più o meno forti. Quando il Sindaco parla in tono sprezzante di persone che “non vengono neanche sfiorate dal pensiero delle dimissioni”, forse attua un meccanismo di proiezione: è lui che evidentemente continua ad aggrapparsi alla poltrona, quando invece dovrebbe prendere atto di una situazione ormai fuori controllo e restituire la parola agli elettori. Certo non è facile ammettere la sconfitta di un progetto politico, specie se si è circondati da miracolati yes-men, ma questa ostinazione non fa bene né alla sua tenuta nervosa né a quella dei suoi concittadini”. Nella nota il consigliere Gabriele Bizzoca





