ARRESTATI GLI ASSASSINI DI ALI' LABAS, IL MAROCCHINO UCCISO A CALCI E PUGNI

Carabinieri

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Cittaducale, hanno identificato e tratto in arresto gli autori dell’omicidio di Alì’ Labas del Marocco del 1957, residente da anni a Castel Sant’Angelo.

I responsabili sono ora sotto Ordinanza di custodia cautelare in carcere, richiesta dal P.M. Lucia De Santis ed emessa dal Gip. Roberto Saulino.

Si tratta di:

– Stasolla Nicola, di Modugno (BA) del 1975, residente ad Atessa (CH), pregiudicato;
– Calia Roberto, di Modugno (BA) del 1984, residente ad Atessa (CH), pregiudicato;
– Comanici Catalin, nato in Romania del 1983, residente a Lesina (FG);
– Neculoiu Leonard Valentin, nato in Romania del 1981, senza fissa dimora.

L’episodio che ha poi provocato la morte del marocchino, risale a domenica 7 febbraio alle ore 20, quando i Carabinieri del Radiomobile della Compagnia di Cittaducale, hanno raggiunto Vasche del comune di Castel Sant’Angelo, in seguito ad una richiesta di intervento giunta al 112.
Nel piazzale antistante il bar-albergo “Silvana” hanno rinvenuto il corpo di Alì Labas riverso in terra, inanimato, completamente ricoperto di sangue.
All’arrivo dei Carabinieri i responsabili si sono dilegauti ma i Carabinieri sono riusciti a notare una Opel Calibra di colore bianco, con targa romena, con strisce nere sul cofano, sulla quale erano saliti un gruppo di uomini che si davano alla fuga.

Il Personale del 118, chiamato dai Carabinieri, interveniva trasportando il marocchino ferito presso l’ospedale di Rieti dove, con prognosi riservata, veniva successivamente trasferito presso il Policlinico Gemelli della Capitale – Reparto di Terapia Intensiva.
Alla vittima veniva riscontrato un “ematoma subdurale emisferico sopratentoriale”, “frattura della squama del temporale dx” e “frattura della parete mediale dell’orbita”.

Iniziavano immediatamente le indagini.
Venivano identificati i gestori e gli avventori del Bar “Silvana” i quali apparivano immediatamente reticenti e timorosi, non rilasciando alcuna dichiarazione utile.
Si procedeva al controllo del registro dell’albergo Silvana, dove non risultava alcuna registrazione.
Si procedeva ad un accuratissimo sopralluogo rinvenendo tracce di sangue e segni della violenta aggressione.

In seguito a una paziente opera di convincimento da parte degli investigatori del Nucleo Operativo della Compagnia di Cittaducale alla fine i testimoni superavano la paura e raccontavano quanto era successo.
Dalla ricostruzione dalla testimonianza è emerso che nel bar “Silvana”, erano presenti una quindicina di soggetti, la gran parte romeni, tutti operai edili, intenti a consumare bevande.
Verso le ore 20 facevano ingresso nel locali Alì Abas e suo cugino B.Mohamed

All’origine della violenta aggressione alcuni apprezzamenti galanti fatti dai marocchini alla barista.
E’ stata questa la scusa per far scattare l’aggressione capeggiata da Nicola Stasolla e Roberto Calia  (i quali sono risultati essere i responsabili del gruppo di operai romeni che in quei giorni stavano svolgendo dei lavori edili in un cantiere di Preturo di Sassa -l’Aquila).

I due marocchini venivano afferrati e colpiti con calci e pugni.
Alcuni degli aggressori rompevano le gambe dei tavoli utilizzandoli come corpi contundenti
Qualcuno di loro impugnava poi un manganello in ferro retrattile (rinvenuto nel corso del sopralluogo).
Il cugino di Alì, seppur ferito, riesciva a fuggire, per Alì’ Labass invece  non c’è stato scampo.
Malgrado esanime a terra, quattro uomini continuavano a colpirlo senza pietà, interrompendo la loro aggressione solo all’arrivo della pattuglia dei Carabinieri.   

Si appurava poi che il gruppo di aggressori, che si dava alla fuga, alloggiava proprio all’albergo “Silvana”.
I carabinieri aprivano le stanze dell’albergo e analizzando i loro effetti personali riuscivano ad identificare uno ad uno il gruppo di operai, tra i quali c’erano i quattro aggressori, che nel frattempo avevano fatto perdere le loro tracce.
Un riconoscimento fotografico ad opera dei testimoni non ha lasciato dubbi.
La Dottoressa De Santis ha immediatamente richiesto al GIP una ordinanza di Custodia cautelare per tentato omicidio.


Alle ore quindici di ieri è arrivata la notizia del decesso di Alì Labass.
E il capo di imputazione si trasforma da tentato omicidio a omicidio volontario aggravato.
Sono scattate le ricerche dei quattro fuggiaschi ad opera dei Carabinieri del Reparto Operativo che riuscendo ad individuare i recapiti telefonici dei cellulari in possesso degli stessi.
La Dottoressa De Santis ha emesso immediatamente un decreto di intercettazione telefonica di urgenza.

I primi ad essere arrestati verso le ore diciassette di ieri sono stati i due romeni: Comanici e Neculoiu.I due sono stati individuati ad Antrodoco, a bordo della Opel Calibra con targa rumena mentre tentavano di allontanarsi dalla zona.
Verso le ore 19, nei pressi di Lanciano (CH), è stato ammanettato Nicola Stasolla, rintracciato a casa della madre dove era andato a posare i vestiti, ancora macchiati di sangue, che indossava la sera dell’aggressione.
L’ultimo a finire in manette verso le ore 20 è stato Roberto Calia, rintracciato dai Carabinieri all’interno di un cantiere edile di Preturo di Sassa dove si nascondeva.

Le indagini proseguono per definire bene le modalità del delitto e le responsabilità dei singoli indagati. Allo stato attuale si esclude la partecipazione di ulteriori soggetti all’evento criminoso.