Approvazione convenzione materia urbanistica, le considerazioni di Carlo Ubertini e NOME

“L’approvazione, da parte del Consiglio Comunale, dello schema di convenzione circa l’esercizio di funzioni in materia urbanistica, ai sensi della LR 19 del 2022, induce responsabilmente a chiare e nette considerazioni. Attraverso l’adozione di tale strumento normativo-gestionale, in sostanza, si realizza una devoluzione amministrativa principalmente in materia di varianti al PRG, dalla Regione ai principali territori locali, i quali potranno così svincolarsi, nei casi indicati, dal ruolo ultimativamente autorizzativo dell’Ente Regionale.

Tale prospettiva rappresenta, a nostro avviso, ciò che definiremmo una “pericolosa opportunità”, con ciò determinando una attenta valutazione circa l’esigenza di capire se l’opportunità sia superiore al pericolo o viceversa. Sul fronte dell’opportunità, non c’è dubbio che, stante il malfunzionamento amministrativo della filiera territoriale, soprattutto in rapporto ai tempi decisionali, avanzare una prospettiva di semplificazione amministrativa può apparire cosa buona e giusta.

Tuttavia, sul versante del pericolo, in particolare tre considerazioni reclamano particolare evidenza. In primo luogo, avere un PRG ormai non più corrispondente alle reali esigenze territoriali, tanto da reclamare una sua radicale riformulazione, induce a leggere questo strumento semplificativo di varianti al PRG, come un oggettivo ostacolo, appunto, al processo di riscrittura di un nuovo PRG. Cosa diversa se fossimo in presenza di un PRG adeguato, laddove un iter semplificato di varianti ad esso, agevolerebbe azioni di opportune correzioni, adeguamenti, perfezionamenti. In secondo luogo, dato che ogni strumento è valido o meno in corrispondenza del fine che vuole raggiungere, quanto a quest’ultimo aspetto, non è emersa dall’attuale Amministrazione chiarezza di intendimenti. Ciononostante, nel corpo della deliberazione proposta, l’Amministrazione non si esime dal citare, sibillinamente, i capitoli delle ex aree industriali e dei piani attuativi, temi al vaglio di dibattiti articolati, che pretenderebbero, prima dell’assunzione di qualsiasi strumento semplificativo, estrema limpidezza di obiettivi.

Risulta perciò evidente che, alla “penombra” di tali orizzonti, emettere deleghe in bianco non appare responsabile. Infine, sotto il profilo del supporto organigrammatico, per fronteggiare un lavoro oneroso ed aggiuntivo degli uffici comunali, in materie delicate come quelle in oggetto, la richiesta in delibera di supporti derivanti da ruoli predisposti per la ricostruzione sismica, appare scelta ad un tempo inopportuna ed inconsistente, nel rischio di indebolire entrambi i fronti nevralgici d’intervento. Il quadro delle ragioni esposte milita a sostegno di una valutazione che evidenzia, in riferimento alla deliberazione in oggetto, una supremazia della sfera del rischio rispetto a quella dell’opportunità”.

Carlo Ubertini e NOME Officina Politica