ABOLIZIONE PROVINCIA, BIGLIOCCHI ALLEANZA PER RIETI: UNA BATTAGLIA DA FARE

Paolo Bigliocchi

Temo che la prevista abolizione della Provincia trovi il sostegno di quel qualunquismo diffuso che in questo modo è magari convinto di dare un colpo mortale alla “casta”.

Di un qualunquismo che poco si pone il problema di cosa accadrà e che rischia di non vedere come la manovra proposta porti ad un nuovo accentramento ed un aumento dei poteri che poco serve alla gestione dei territori.

Credo che il vero problema non sia l’abolizione delle Provincie ma dare agli enti le deleghe necessarie per velocizzare la burocrazia ed uscire dalla logica di una politica centralizzata che spesso ha effetti deleteri.

Abbiamo già vissuto l’effetto di accorpamenti con altre realtà , vedi circoscrizione elettorale umbra, e questo non ha di certo portato benefici al nostro territorio. Territorio che smembrato si confronterà con realtà demograficamente più numerose e quindi con maggior potere di interdizione. Abbiamo visto cosa significa macroaree in sanità e quali sono stati gli effetti.

Non credo utile smembrare i territori per colpire la politica  e sono ben altri gli interventi che ci saremmo aspettati. Ad iniziare ad esempio dalle agenzie regionali e da quel mondo di consigli d’amministrazione, spesso inutili, di cui è pieno il Paese. Tra l’altro è poco comprensibile come questo si inquadri in una manovra d’emergenza che deve dare entro il 2013 il pareggio di bilancio.

Il decreto non prevede l’abolizione immediata ma, nel nostro caso, nel 2014 quando gli effetti della manovra dovrebbero essere a sistema o il sistema non ci sarà più. Demagogia quindi solo per dare il segno di un Paese che vuol cambiare ed è facile farlo facendo credere ai cittadini che questo si raggiunge tramite l’abolizione di Enti territoriali e non toccando i veri privilegi di una politica centrale che si è ben guardata dal mettersi in discussione.

Questo territorio rischia un declassamento non solo istituzionale ma anche economico da una manovra inaccettabile , rischia di scomparire in accorpamenti improbabili in cui non riuscirà neanche ad essere rappresentato. Ed allora la battaglia va fatta. Va fatta con coraggio e mettendo da parte appartenenze e politichese.

Va fatta dicendo con chiarezza che non si è disponibili ad una ulteriore emarginazione  e che si seguiranno tutte le vie per opporsi ad un colpo di mano che vuol far scomparire una comunità. Per questo temo che un certo qualunquismo , quello che non ha la forza ho il coraggio di partecipare al cambiamento, possa godere nella disgregazione del sistema pensando che colpendo la politica si colpiscano i politici e questo sarebbe un grande errore.  La “casta” non è qui ed in questo modo rischiamo solo di rafforzarla.