Si è celebrata stamani, nella Basilica di Sant’Agostino, con l’intervento del vescovo diocesano mons. Delio Lucarelli e la benedizione dell’acqua, la festività di San Giuseppe, slittata di una settimana per motivi liturgici, innanzi ad un gran numero di fedeli e di famiglie artigiane, che hanno affollato il tempio ove annualmente si ricorda l’importante ricorrenza da parte delle varie associazioni di categoria.
“Artigiani costruttori di speranza e di pace” ha definito il vescovo quanti lavorano con le proprie mani e con l’intelligenza della propria arte, nelle botteghe ancora aperte nel centro storico e nelle officine del nucleo artigianale, trasmettendo mestieri difficili ma estremamente utili ed educativi per la società della globalizzazione ed ancora capaci di fornire occupazione e una vita lavorativa piena di soddisfazioni.
“Come san Giuseppe, costituendo la santa famiglia di Nazareth, ha realizzato il progetto che Dio aveva fatto su di lui, educando Gesù e mantenendolo con il lavoro di falegname insieme alla sua divina Sposa, così ogni artigiano non deve tradire la missione che il Creatore gli ha affidato, facendosi costruttore di speranza e di pace attraverso il proprio lavoro e il compito di educare i propri figli, prima nella fede in Dio e poi nella costruzione di una società migliore, in una Patria in cui tutti rispettino i valori della vita, della comunità, della solidarietà, della operosità, concretizzandoli in aiuto fraterno verso i più bisognosi”.
Cogliendo il senso delle Letture proposte dalla liturgia odierna, Terza di Quaresima, la prima di Mosè che fa sgorgare dalla roccia l’acqua che consente al popolo ebreo di dissetarsi nel deserto e quella divina di Gesù, che ne parla alla donna samaritana incontrata al pozzo di Giacobbe, mons. Lucarelli ha espresso un pensiero forte e un invito pressante rivolto ai fedeli perché siano coscienti del prezioso dono dell’acqua, di cui molti popoli sono privi e dell’immensa ricchezza di essa che esiste nel territorio reatino, invitando a conservarla e a custodirla gelosamente e a proteggerla e a non sciuparla.
Per la seconda acqua, quella divina di Gesù, che è il dono che disseta per l’eternità, il vescovo ha spinto gli artigiani a porre Dio al primo posto nella loro vita e nelle loro famiglie, assicurando che chi così intelligentemente opera, avrà in dono le cose vere e concrete cui aspira: la pace, la serenità, il lavoro e non mancherà di condurre la propria famiglia ad apprezzare i valori veri della vita, che non sono quelli falsi e caduchi proposti dalle mille voci che assordano e stordiscono i giovani e le giovani dell’attuale generazione.
Le attività artigiane – ha infine affermato Ciace, parlando con alcuni cronisti – sono garanzia di sana educazione al lavoro e dello scrupoloso rispetto delle leggi”.