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martedì 16 Settembre 2025
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Al Rosatelli si è tenuto il secondo incontro sul libro di Angiolo Pellegrini

Lunedì 8 maggio dalle ore 9:10 in poi presso l’aula magna dell’ I.I.S. “C.Rosatelli si è tenuto il secondo incontro sul libro: “Noi, gli uomini di Falcone…la guerra che ci impedirono di vincere” di Angiolo Pellegrini scritto in collaborazione con il giornalista Francesco Condoluci.
Alla presentazione sono intervenuti il Colonnello dell’Arma dei Carabinieri Simone Sorrentino del comando provinciale di Rieti, l’Assessore alla cultura, prof.ssa Anna Maria Massimi e il referente dell’ Associazione Culturale ” Il Treno” Giancarlo Cantonetti. Dopo i saluti della dirigente prof.ssa Daniela Mariantoni, il Colonnello e l’Assessore hanno encomiato l’iniziativa e l’elevato valore del contenuto del libro per la molteplicità di notizie, legami, eventi e intrighi tutti da scoprire, in primis il rapporto e la stima reciproca con il Giovanni Falcone che aveva voluto il Capitano Pellegrini come capo del ” pool antimafia ” di Palermo.
Per l’occasione gli studenti delle classi IIEA, IIIEA, IVEA, IVSC hanno presentato al Generale le loro riflessioni, approfondimenti, domande, curiosità sorte durante la lettura del libro che riporta storie di collusione tra mafia e potere politico, di ricchezza,provenienti dal malaffare, di omertà, di “ruffiani” dentro e fuori i palazzi. Narra gli anni più bui di Palermo e le vittorie che potevano essere ancora tante, se qualcuno non avesse impedito di continuare a vincere la guerra intrapresa da Chinnici, Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa e tante altre vittime, che assieme alle strategie anticrimine di A. Pellegrini, integerrimo ufficiale dell’Arma dei Carabinieri, diedero inizio ai vari successi dello Stato contro la mafia, fino al maxi processo che segnò la vera fine di Cosa Nostra.
Un testo attraverso il quale i ragazzi hanno profondamente compreso i sacrifici e le lotte portate avanti da uomini coraggiosi contro un male che per troppo tempo ha seminato sangue e vittime innocenti, la cui unica colpa era quella di essere fedeli servitori dello Stato. Ha fatto sorgere in noi tanta ammirazione, solidarietà e consapevolezza che non importa se nella vita “più si vince” e “più si perde”, ma l’importante è come si vince e come si perde. Come asseriva Falcone: ” la mafia non è invincibile; è un fatto umano e come tale ha un inizio ed una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che si può vincere e non pretendere l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”. Gli alunni hanno presentato i loro lavori utilizzando risorse digitali come: Power Point, Padlet, Prezi, etc.
Il contenuto della presente ed i suoi allegati sono diretti esclusivamente al destinatario e devono ritenersi riservati con divieto di diffusione e di uso nei giudizi, salva espressa autorizzazione e, nel caso di utilizzo senza espressa autorizzazione, verrà effettuata denuncia alle competenti autorità. La diffusione e la comunicazione da parte di soggetto diverso dal destinatario è vietata dall’art. 616 e ss. C.p. e dal D.L.vo n.196/03.
Due significativi incontri per riflettere nonché diffondere la cultura della legalità, sviluppare la capacità di sentirsi cittadini attivi, chiamati sia ad esercitare i propri diritti, ma principalmente a divulgare il valore profondo del rispetto delle regole della società di appartenenza.
Emozionante la lettura della testimonianza del fratello del Magistrato Paolo Borsellino signor Salvatore, pervenuta alla scuola tramite un’ alunna dello stesso istituto. Nella quale si sottolinea che nonostante siano passati 25 anni dalla strage di via D’Amelio “…i ricordi si sono fermati e cristallizzati sulla scena di quello che stavano facendo in quel giorno e in quell’ora, un ricordo fermo e immobile che non potrà mai essere cancellato. 25 anni e non puoi più dimenticare perché tuo fratello è andato in guerra ma ad ucciderlo non è stato il fuoco del nemico che era andato a combattere ma il fuoco di chi stava alle sue spalle, di chi avrebbe dovuto proteggerlo, di chi avrebbe dovuto combattere insieme a lui…25 anni non è tempo di lacrime perché è solo tempo di combattere per la Verità, la Giustizia…che viene invece irrisa, vilipesa e calpestata…25 anni e non so quanti anni ancora mi restano per obbedire al giuramento fatto a mia madre ma una sola certezza, che il sogno di Paolo non morirà mai”.

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