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lunedì 15 Settembre 2025
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CGIL: MENO VILLAGGI PIU' CERVELLO

A leggere congiuntamente il Decreto Polverini sul riordino della rete ospedaliera e le cronache di questi giorni che vedono un interessamento imprenditoriale per operazioni “immobiliari-sanitarie” sulla Piana reatina, verrebbe proprio da dire che un cerchio si chiude.

Abbiamo già detto, e non ci stancheremo di ripetere, che il  Decreto per il riordino della rete ospedaliera  di fatto desertifica l’offerta sanitaria pubblica sul nostro territorio, arrivando a disegnare al posto dei presidi di Magliano ed Amatrice due “presidi diversamente ospedalieri” (di fatto poco più o poco meno di poliambulatori, senza pronto soccorso etc) ed al ridimensionamento pesantissimo dell’OgP “De Lellis”, di fatto condannato a non avere prospettive circa la qualità dell’offerta sanitaria (tagliando posti letto per acuti in reparti chiave) e condannandolo alla marginalità rispetto alla rete ospedaliera del Lazio.

E che questo pesantemente fa pagare alle province, ed in particolare a quella di Rieti, in termini i chiusura di ospedali e minori standard qualitativi e quantitativi dell’offerta sanitaria ciò che negli anni si è stratificato a Roma, e cioè un rapporto perverso con la sanità privata convenzionata (rapporto che ha ripetutamente riempito le pagine dei giornali rispetto ad abusi e veri e propri reati) è ormai chiaro a tutti.

La verità è che a leggere attentamente il decreto n. 80 della Presidente Polverini le sorprese non finiscono mai.  Mentre infatti si penalizza la sanità pubblica, specie nelle province, cominciano ad emergere elementi di “apertura al privato” che sicuramente avranno diretti sull’assetto dell’offerta sanitaria ed in particolare su un ulteriore intervento della sanità privata nel quadro complessivo della regione Lazio.

E’ il caso ad esempio della psichiatria, per cui leggiamo nel decreto succitato, in sostanza, che le cliniche private potranno avere riconosciuti quali posti letto per acuti i posti delle cliniche e comunità residenziali destinati ad utenti psichiatrici.

Ad essere maligni con questa operazione, proprio a Rieti, potremmo dire che si chiude un cerchio piuttosto ampio, che accanto ad attacchi sistematici alla gestione della Psichiatria reatina, ha visto, almeno a quanto si è potuto leggere sulla stampa locale, interessamenti immobiliari da parte di importanti imprenditori, accompagnati a destra come a sinistra, da politici locali (ed altri), di cui si è detto e scritto.

Questo forse spiega la “tiepidezza” da parte di alcuni ambienti rispetto il netto contrasto al Piano Polverini per quanto rappresenta per il nostro territorio. Forse qualcuno ha voluto, neanche troppo velatamente, vedere nel piano che ridimensiona la sanità pubblica nel reatino, un’opportunità da gestire e cavalcare (in nome di qualche interesse di parte) rispetto all’avvento di imprenditori privati del ramo.

E’ questo il senso del progetto “villaggio della mente e del cervello”?.
Se così fosse verrebbe da dire “meno villaggi, più mente e cervello”, che è quanto meriterebbero i cittadini della Provincia di Rieti.

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