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lunedì 15 Settembre 2025
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La Shoah all’istituto Magistrale ricordata in musica, immagini e parole

“Shalom” e la parola che ha risuonato forte nelle volte dell’Auditorium “Varrone” di Rieti, in occasione del “Giorno della Memoria”, ricorrenza celebrata dagli alunni dell’Istituto Magistrale nella mattina del 27 gennaio.
Una parola dai contenuti profondi che è stata “cantata” dai componenti del Coro “La Fenice” diretto dal M° Francesco Corrias, suscitando forti emozioni nei circa 200 studenti intervenuti, come del resto le toccanti melodie suonate dai giovani alunni del Liceo Musicale di Rieti, diretti dai Maestri Elena Trippitelli, Luca Venturi e Paolo Paniconi.
Le classi quinte dell’Istituto e alcuni rappresentanti delle quarte, hanno partecipato al 71° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, unendosi in tal modo ai tanti giovani che oggi in Italia e nel mondo, hanno ricordato la terribile vicenda del sistematico sterminio degli ebrei nel corso della II Guerra Mondiale. L’evento, condotto dal giovane studente Jacopo Bertini, ha avuto inizio con l’esecuzione della colonna sonora del film “Schindler’s List” di John Williams, per poi passare all’esecuzione della Cantata 147 di J.S.Bach , tratta dalla Passione secondo Matteo, e al brano di Ennio Morricone “Gabriel’s oboe”.
Gli alunni Lorenzo Acchioni e Valerio Vetrulli hanno letto alcuni passi tratti dagli scritti di Hannah Arendt, filosofa di origine tedesca, e dello scrittore Primo Levi. La prof. Gerardina Volpe, Dirigente Scolastico dell’Istituto Magistrale, ha ringraziato gli studenti e i docenti per la passione, la competenza e la dedizione espressa, ha anche delineato la cornice di riferimento in cui calare il senso e il valore della giornata, e introdotto il tema affidato a mons. Domenico Pompili, Vescovo della Diocesi di Rieti, “Il valore della persona nell’esperienza della Shoah”.
Il Vescovo ha saputo catturare l’attenzione di tutti insistendo sull’importanza della memoria nella nostra società , dove il rischio dell’oblio è sempre in agguato, dove dovremmo recuperare la capacità di guardarci con gli occhi del bambino che siamo stati, per capire la strada compiuta e perfezionare quella che ancora dobbiamo percorrere. Le immagini che hanno accompagnato le melodie, suonate e cantate, il quadro scelto da mons. Pompili come riferimento per il suo intervento (“L’arresto del Bambino Gesù” del 1953 di Aldo Carpi), sono stati gli elementi che hanno consentito la creazione di un’atmosfera coinvolgente e densa di importanti significati con un’indubbia a ricaduta educativa per i tanti giovani, ma anche adulti, presenti all’evento.
di Marta Bianchetti e Martina Civica
foto di Marta Carotti.

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