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lunedì 15 Settembre 2025
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LA DESTRA: LA PROVINCIA DISCRIMINA TREMILA CACCIATORI LIBERI

Lo afferma Alfio Guarnieri, responsabile del settore Agricoltura de La Destra di Storace, commentando la bozza del nuovo regolamento che l’ente di Palazzo d’Oltre Velino si appresta a varare fra mille difficoltà, distinguo, assenze improvvise, retromarce e maldipancia dell’attuale maggioranza.

Già il fatto che dopo appena due anni la stessa amministrazione provinciale si veda costretta a riformulare il regolamento la dice lunga sull’approssimazione con la quale venne stilata la precedente normativa sulla caccia al cinghiale. Il bello è, prosegue Guarnieri, che una identica faciloneria sembra contraddistinguere il nuovo prodotto.

Un esempio? L’articolo 17 del nuovo regolamento prevede testualmente che "per i non iscritti ad alcuna squadra ma con regolare iscrizione all’Atc la caccia al cinghiale è consentita al di fuori delle zone assegnate alle squadre, in territorio libero e non vocato". Visto che per territorio non vocato si intendono le zone dove i cinghiali non vivono,  dove possono cacciare coloro che non si riuniscono in squadre? Davanti alla sede della Provincia?

Non solo, ma la norma è illegittima in quanto è competenza della Provincia regolamentare solo la caccia in battuta e non quella compiuta dai singoli cacciatori (art. 34, comma 13 della legge regionale 17/1995). "Su questo – afferma Guarnieri – siamo pronti a ricorrere anche al Tar".

Altro esempio. La teleprenotazione. Essa dovrebbe essere compiuta dai capisquadra al mattino, prima che inizi la battuta di caccia al cinghiale e finisce per rappresentare un inutile doppione del verbale scritto, obbligatorio, firmato da tutti i cacciatori e da depositare in Provincia entro il lunedì successivo alla battuta. A che serve allora la teleprenotazione? A evitare forse l’impiego della polizia provinciale in operazioni di controllo sul territorio? Per destinarla a cosa?

"Mi auguro – conclude Guarnieri – che le associazioni venatorie facciano sentire la loro voce a proposito della discriminazione alla quale ho fatto cenno e all’aumento delle pastoie burocratiche (es.: teleprenotazione). Anche le associazioni agricole dovrebbero dire la loro, visto che il nuovo regolamento stabilisce di fatto che la caccia al cinghiale può essere solo effettuata a squadre, impedendo ai singoli, che sono ben tremila nella nostra provincia, di poter cacciare una specie che purtroppo è diventata particolarmente dannosa per la nostra economia agricola".

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