“Il tentativo, anche un po’ goffo, di diverse parti di sminuire l’accaduto e ridurre l’agguato al pullman dei tifosi del Pistoia a un episodio di criminalità comune, si scontra con una realtà evidente a tutti. Le curve della Sebastiani prima, poi della NPC, e ancora della Sebastiani oggi, da almeno venticinque anni sono infiltrate in modo sistematico da gruppi e personaggi di destra, con l’obiettivo di orientare e radicalizzare il tifo. Se Verona rappresenta, nel calcio, il “laboratorio nero” per eccellenza, Rieti lo è stato, e forse lo è ancora, nel basket. Nel corso del tempo, queste frange della curva sono diventate anche manovalanza politica durante le campagne elettorali di alcuni partiti di destra, probabilmente anche a livello locale.
Le immagini che circolano sui profili social parlano da sole: foto del Duce, simboli e manifesti che richiamano al fascismo, un passaggio di testimone tra generazioni che perpetua il culto della violenza, della morte, del razzismo e della disciplina militaresca.
Sorprende, e lascia interdetti, il clima dei giorni successivi: il risveglio tardivo di una parte della città che per anni ha fatto finta di non vedere, o ha preferito voltarsi dall’altra parte. Non si può più fingere nulla. L’agguato e l’omicidio del lavoratore Raffaele Marianella non possono essere archiviati come un semplice incidente. Quella sera, l’intenzione era colpire, “doveva fare male”, come riportano anche le intercettazioni.
In tutto questo, colpisce il silenzio delle istituzioni di Destra a ogni livello, nazionale, regionale, provinciale e comunale, che forse faticherebbero a spiegare i probabili intrecci tra le curve e alcuni propri militanti. Si varano decreti “sicurezza” per colpire chi manifesta dissenso, si reprimono i rave e le proteste, ma si lasciano sole le società sportive a fronteggiare gruppi di violenti e fascisti che occupano militarmente le curve per fare proselitismo e affari. La crisi di Rieti non è solo economica e sociale: è diventata una crisi di valori e di umanità. Se quei giovani ultras, invece di crescere nel culto della forza e della violenza, fossero cresciuti nel rispetto, nella solidarietà e nella cultura dei valori umani, non sarebbero mai partiti per una spedizione punitiva”.
Così nella nota Sinistra Italiana AVS – Federazione provinciale e Circolo di Rieti