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giovedì 2 Ottobre 2025
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Tornano le Giornate FAI di Autunno. C’è anche Cantalupo in Sabina

Oltre 700 luoghi eccezionali, solitamente non visitabili, poco conosciuti e lontani dai consueti itinerari turistici, saranno protagonisti delle Giornate FAI d’Autunno 2025, in programma sabato 11 e domenica 12 ottobre in 350 città, da nord a sud della Penisola. Torna per la quattordicesima edizione il grande evento di piazza che il FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni autunno al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: una festa diffusa – organizzata dalle Delegazioni FAI e dai Gruppi FAI sul territorio, con l’importante partecipazione dei giovani volontari – che conferma l’impegno della Fondazione nel promuovere presso la cittadinanza, più larga possibile, la conoscenza del patrimonio, ricchissimo e variegato, di storia, arte e natura del nostro Paese, per favorirne la tutela e la valorizzazione con il contributo di tutti, e così svolgere la sua missione di educazione culturale e civica (elenco dei luoghi aperti e modalità di visita consultabili su www.giornatefai.it). Partecipare alle Giornate FAI d’Autunno non è solo un’occasione per scoprire e per godere del patrimonio che ci circonda, ma anche un modo concreto per contribuire alla sua cura e alla sua valorizzazione attraverso l’attività del FAI; ad ogni visita si potrà sostenere, infatti, la missione della Fondazione con una donazione.

L’edizione di quest’anno – occasione speciale per celebrare i cinquant’anni dalla nascita del FAI, fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli – è stata presentata oggi a Roma, al Viminale, che sarà straordinariamente visitabile in occasione dell’evento (solo domenica 12 ottobre, su prenotazione). Voluto da Giovanni Giolitti come sede dell’Esecutivo, il palazzo – progettato nel 1911 dall’architetto Manfredo Manfredi – unisce il ricordo della Roma dei Cesari con il gusto monumentale del periodo ed è oggi sede del Ministero dell’Interno. Un’apertura che ben rappresenta la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella valorizzazione di tanti luoghi speciali e nel coinvolgimento attivo di sempre più persone con lo scopo di educarle all’amore, alla conoscenza, alla tutela e al godimento del patrimonio storico, artistico e paesaggistico d’Italia.

“Le Giornate del FAI rappresentano da decenni una sorta di alleanza esemplare e feconda tra cittadini virtuosi: quelli che hanno una sincera voglia di conoscere e approfondire la storia e le vicende di questo nostro straordinario paese, e gli altri loro concittadini – in questo caso le migliaia di ferventi volontari del FAI – che tali proposte immaginano e dispongono perché possano essere, due volte ogni anno, il contenuto di una civile e variegata offerta culturale. Li unisce un comune progetto dove si semina assieme per un futuro migliore; dove sia chi dà che chi riceve – cioè entrambi – svolgono quel ruolo sussidiario a fianco a quello delle istituzioni pubbliche che fa bene a tutti, che fa bene al Paese. Il FAI offre un’opportunità di conoscenza e quindi di crescita; i cittadini, raccogliendo e accettando questa proposta, offrono con la loro partecipazione quella indispensabile forza per continuare a realizzarla, ma anche e soprattutto il sostegno necessario per portare avanti la nostra missione, in particolar modo scegliendo di iscriversi alla nostra Fondazione. Le Giornate del FAI sono una buona novella che felicemente, tra tante notizie spaventose, si ripete. Non risolve certo i problemi del mondo ma lenisce il nostro dolore quotidiano e ci ridà un poco di speranza verso la possibilità di una convivenza civile; con un’alleanza tra simili che semina pace”, ha dichiarato il Presidente del FAI Marco Magnifico.

Tra i 700 luoghi che la Fondazione aprirà in tutta Italia nel fine settimana delle Giornate d’Autunno, alcuni dei quali riservati agli iscritti FAI e a chi si iscriverà in occasione dell’evento, sono moltissime le categorie rappresentate: a stupire i visitatori saranno dimore e palazzi storici, chiese, parchi e giardini, siti di archeologia industriale, aree militari, sedi istituzionali, collezioni d’arte, teatri e borghi, ma anche luoghi iconici dell’architettura contemporanea, laboratori del fare, case private, beni insoliti e curiosi. Non mancheranno aperture di grande valore civile ed educativo e un’attenzione particolare verrà riservata alla tutela dell’ambiente e dell’acqua, alla sostenibilità e al racconto di esempi virtuosi di riuso adattivo, che vede il recupero, con nuove funzioni, di edifici e spazi dismessi, trasformati in nuove risorse per la comunità, pur mantenendo la loro identità storica.

Le Giornate FAI d’Autunno sono organizzate nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Ottobre del FAI”, attiva per tutto il mese. A chi desideri partecipare all’evento verrà suggerito un contributo libero, che andrà a sostegno della missione e dell’attività della Fondazione.

Le Giornate FAI d’Autunno si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). Partecipare alla visita con una donazione significa sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Ogni Iscritto al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potrà beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture dedicate. Sottoscrivere la tessera FAI significa diventare parte di un grande progetto e rappresenta un atto d’amore per l’Italia.

Ecco alcune delle aperture più interessanti nel Lazio:

ROMA

Dal Viminale a S. Lorenzo in Panisperna

Apertura solo domenica 12 ottobre, visite su prenotazione

La visita nella Giornata FAI a Palazzo del Viminale comporterà la presentazione di un documento di identità all’ingresso e l’accettazione al trattamento dei dati personali esclusivamente per motivi di sicurezza.

Per le Giornate FAI d’Autunno 2025 aprirà eccezionalmente il Palazzo del Viminale, sede del Ministero dell’Interno dal 1961, con un percorso che porterà, attraverso ambienti maestosi, fino alla Sala del Consiglio. L’edificio venne concepito da Giovanni Giolitti, che nel 1911 commissionò il progetto all’architetto Manfredo Manfredi, per ospitare l’Esecutivo. Manfredi, ispirandosi alla classicità, fuse gli stilemi architettonici della Roma dei Cesari con il gusto monumentale dell’epoca. I lavori si protrassero fino al 1923 e il palazzo fu inaugurato ufficialmente il 9 luglio 1925. Dopo aver ammirato l’importante piazza con vasca, antistante il palazzo, e la grandiosa facciata, il pubblico delle Giornate FAI potrà accedere al vestibolo, coperto da un soffitto ricco di intagli, e potrà giungere, attraverso sontuose gallerie dotate di grande vivacità cromatico-materica, nella Sala Roma, dove un perfetto ordine architettonico esalta il soffitto con il ciclo pittorico decorativo dell’Italia Vittrice e le Attività del Genio Italico, opera eseguita dal romano Rodolfo Villani nel 1921-1922. Di fronte si trova la Sala del Consiglio, cuore nevralgico del palazzo: un elegante pavimento e pareti rivestite incorniciano un soffitto ligneo impreziosito dalle decorazioni pittoriche di Giulio Bargellini, che rappresentano le allegorie della forza, della poesia, dell’autorità e della sapienza. La visita proseguirà, attraverso un percorso interno, alla Chiesa di S. Lorenzo in Panisperna, costruita nell’VIII secolo nel luogo, secondo la tradizione, del martirio del santo sulla graticola e oggi raramente aperta. La chiesa attuale risale al 1565-74, ma la maggior parte della decorazione interna risale alla metà del ‘700. All’interno, sul soffitto del presbiterio, si potrà ammirare una delle più grandi pitture parietali di Roma, l’enorme affresco del manierista Pasquale Cati, del 1591, raffigurante il martirio di San Lorenzo, e si visiterà la cripta detta “forno”. Nella chiesa si trova, infine, il sarcofago in marmo dove nel 1373 fu sepolta Santa Brigida, figura centrale del cristianesimo scandinavo e compatrona d’Europa dal 1999, prima che il suo corpo fosse riportato in Svezia, suo paese d’origine.

Si ringrazia per l’autorizzazione all’apertura al pubblico nonché ad eseguire scatti fotografici/video-riprese della Chiesa di San Lorenzo in Panisperna per le Giornate FAI d’Autunno 2025 la Direzione Centrale degli Affari dei culti e per l’amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, in qualità di suo Soggetto proprietario.

Casino Giustiniani Massimo al Laterano

Ingresso esclusivo per iscritti FAI

Si potrà scoprire, grazie alla collaborazione del Gruppo FAI Ponte tra culture, il Casino Giustiniani Massimo, luogo insolito e poco conosciuto situato tra il quartiere Esquilino e l’area del Laterano. Costruito tra il 1605 e il 1618 per volere del marchese Vincenzo Giustiniani e impreziosito dal parco decorato con i marmi antichi della sua collezione, nel 1802 il casino fu acquistato da Carlo Massimo che ne modificò l’interno commissionando ai “Nazareni” – un gruppo di pittori tedeschi che si ribellavano al classicismo accademico e si ispiravano a Raffaello e ai maestri del Quattrocento, unendovi un forte sentimento romantico – una serie di pitture murali tratte dalla Divina Commedia, l’Orlando Furioso e la Gerusalemme Liberata: un ciclo pittorico unico per la sua originalità, inconsueto nel panorama artistico romano e già sconcertante all’epoca, tanto che alla morte del marchese Massimo, la cognata Cristina di Sassonia fece ritoccare alcune scene di nudo ritenute indecenti, come la rimozione del corpo di Paolo nella scena ispirata al V Canto dell’Inferno. Il percorso si snoderà dal giardino agli interni, con le tre sale affrescate che fanno del casino un punto di riferimento per la storia dell’arte e della letteratura, la saletta pompeiana e il salone in cui sono ancora custodite alcune sculture della collezione Giustiniani. Nel 1947 il bene è stato acquistato dalla Delegazione Francescana di Terrasanta, tuttora proprietaria.

 

I segreti di Fontana di Trevi

Ingresso esclusivo per iscritti FAI, visite su prenotazione

Si potranno visitare le camere di manovra della Fontana di Trevi, normalmente non accessibili e di competenza di Acea. Si potrà osservare il sistema idraulico che regola il funzionamento della fontana, con pompe, addolcitori e controllo del livello delle acque, e si vedrà da vicino la macchina aspiratutto usata per raccogliere le monete lanciate dai turisti poi donate ad associazioni benefiche. Il percorso toccherà la camera di manovra storica, con le finestre che si aprono fra le sculture della fontana e che permettono l’accesso diretto alla vasca per le opere di manutenzione. Qui, oltre all’acqua che scorre sotto il pavimento, si potranno vedere numerosi reperti legati all’acquedotto che consentono di comprenderne il suo funzionamento nei secoli. Durante la visita il pubblico scoprirà come viene utilizzata oggi l’acqua proveniente dall’Acquedotto Vergine, attivo quasi ininterrottamente da 2000 anni. Il monumento, infatti, sorge alla base del colle Quirinale, nel cuore del rione Trevi, che prende nome da un antico trivio posto accanto alla fontana, in una zona di Roma abitata sin dall’età augustea grazie all’acqua portata dall’Acquedotto Vergine. Agli inizi del ‘600 si progettò una nuova fontana e Bernini iniziò i lavori, interrotti presto per mancanza di fondi e ripresi un secolo dopo. Costruita con i proventi del gioco del Lotto, con la direzione di Nicola Salvi e successivamente di Giuseppe Pannini e l’intervento di nove artisti diversi nell’arco di trent’anni, i lavori terminarono nel 1762. Pannini introdusse il gusto neoclassico con regolari bacini dai bordi levigati in marmo invece di sbalzi a scogliera. La Fontana di Trevi è il più importante progetto in pietra realizzato a Roma fra Tardo Barocco e Neoclassicismo: nonostante l’opera abbia generato nel tempo varie critiche, dal Valadier a Piacentini, il monumento è conosciuto e apprezzato per la meraviglia che suscita, accentuata dalla ristrettezza dello spazio della piazza in cui si trova.

Palazzo dell’Acqua e della Luce

Si svelerà la collezione di oggetti e opere d’arte custodita all’interno del Palazzo dell’Acqua e della Luce, storica sede di Acea, situata tra Ostiense e Testaccio, in un’area dove antico e moderno si fondono in modo suggestivo. Il palazzo, progettato nel 1956 e completato nel 1961, è una testimonianza di architettura brutalista, mentre l’esposizione al suo interno rappresenta uno specchio dei cambiamenti del contemporaneo a partire dagli anni ’50 del XX secolo. La raccolta si presta a due chiavi di lettura: la prima racconta la storia dell’azienda – dal 1909 ai nostri giorni – e l’evoluzione della tecnologia elettrica e idraulica attraverso oggetti iconici come alternatori, trasformatori, contatori a gettoni, lampade storiche e fontane; la seconda illustra il lavoro dei maestri Gino Marotta e Pietro De Laurentiis per la sede di Acea, attraverso disegni, bozzetti e studi inediti, concessi in prestito dall’Archivio Marotta e dagli eredi De Laurentiis. Le opere dei due artisti abitano gli spazi del palazzo, rappresentando un connubio perfetto tra arte contemporanea e architettura moderna italiana: una narrazione densa di riferimenti sentimentali, che crea un dialogo continuo tra funzionalità e bellezza, memoria e futuro.

Ospedale San Giovanni

Per le Giornate FAI sarà possibile visitare in via straordinaria il complesso storico dell’Ospedale San Giovanni Addolorata al Laterano, uno dei più importanti nosocomi di Roma. Si tratta di uno straordinario esempio, per la sua antichità e per il rilievo monumentale, di struttura pubblica sanitaria, in funzione dal XIV secolo fino a oggi, con testimonianze storiche e artistiche del tutto sconosciute. La visita si snoderà sui resti archeologici che l’area conserva, come la Domus degli Annii, antenati di Marco Aurelio, e poi toccherà l’ospedale storico vero e proprio. Si percorreranno le due corsie di degenza risalenti al ‘400 e ‘500, in parte oggi utilizzate dalla ASL, e si scopriranno la chiesa, di solito inaccessibile, riccamente decorata e con un pavimento cosmatesco; un fresco e silenzioso cortile caratterizzato da una fontana seicentesca; l’antica farmacia, che conserva decorazioni e strutture architettoniche che vanno dal Medioevo alla prima metà del ‘900. Eccezionalmente si potrà accedere agli horti di Domizia Lucilla, madre di Marco Aurelio, giardini privati che divennero proprietà demaniale alla morte dell’imperatore e furono occupati da impianti per la produzione vinicola, da tabernae e da una follonica per la tintura dei panni.

Semenzaio e Clivo di Villa Celimontana

Nel 1810 il prefetto napoleonico De Tournon avviò il progetto di un semenzaio per la produzione di piante per i nuovi viali e parchi pubblici di Roma. Il luogo prescelto fu la vallata delle Camene, tra le pendici occidentali del Celio e le Terme di Caracalla, area anticamente attraversata da acquedotti, vie e ninfei romani. Il terreno apparteneva al Monastero domenicano di San Sisto all’Appia, da cui il semenzaio prese il nome. Dopo l’abbandono seguito alla caduta di Napoleone, fu rilanciato da Pio IX e dal 1870 passò al Comune di Roma. Nel 1926, sotto la direzione del Servizio Giardini e con i progetti di Raffaele De Vico, assunse l’assetto moderno, divenendo centro strategico per la produzione e cura del verde urbano, con specifiche competenze nella custodia e riproduzione di oltre 130.000 elementi vegetali di 960 specie diverse. Il parco occupa una grande superficie, dai viali con piante provenienti da varie parti del mondo alle serre. Qui si coltivano le azalee che ogni anno vengono esposte sulla scalinata di Trinità dei Monti.

 

MONTE PORZIO CATONE (RM)

Villa Taverna Parisi-Borghese

Visite su prenotazione

Opportunità unica per visitare Villa Taverna Parisi-Borghese, dimora privata e normalmente inaccessibile, una delle dodici ville tuscolane e tra le più eleganti, nel cuore dei Castelli Romani, in posizione dominante sulla campagna fino al mare e sulla città di Roma. Edificata nel 1604 per volere del cardinale Scipione Borghese come residenza di delizia e caratterizzata dal tipico corpo centrale compatto, con logge e terrazze panoramiche che pongono l’architettura in dialogo con il paesaggio, la villa è passata nel XVII secolo ai Ludovisi e quindi ai Colonna e fu ampliata e impreziosita da celebri artisti tra Sei e Settecento, riflettendo i mutamenti del gusto dal Barocco al Rococò. L’esterno venne arricchito con scalinate scenografiche, giardini all’italiana e fontane. All’interno, sulle pareti del salone centrale, le decorazioni, realizzate tra il 1735 e il 1736, sono opera dei fratelli Valeriani; nella Galleria delle Statue i dipinti paesaggistici vennero realizzati da Monsù Ignazio Heldman, detto il Bavarese; nella Stanza delle Colonne gli affreschi sono attribuiti a Tadeus Kuntze, pittore di origine polacca, attivo in ambito romano in epoca tardo barocca. Dal Novecento la villa appartiene alla famiglia Parisi, che ne conserva il patrimonio. Il percorso di visita conduce attraverso i saloni affrescati, arricchiti da stucchi, vedute e temi mitologici, fino ai giardini terrazzati che si affacciano sulla campagna romana e sulla città. La dimora, inoltre, è stata set cinematografico per celebri film, tra i quali opere di Vittorio De Sica e Franco Zeffirelli, di cui custodisce curiosità e memorie, ed è stata sfondo di eventi culturali e mondani che ne hanno accresciuto il fascino.

 

ANGUILLARA SABAZIA (RM)

Sarà previsto un itinerario nel cuore antico di Anguillara Sabazia, borgo affacciato sul maestoso lago di Bracciano: dopo aver attraversato Porta Maggiore e ammirato la Fontana delle Anguille, il pubblico intraprenderà un viaggio nel tempo accompagnato, in orari prestabiliti, dalle melodie suonate dai ragazzi dell’Associazione Scuola Orchestra del paese. Nata in epoca neolitica come insediamento palafitticolo risalente a circa 8000 anni fa, Anguillara Sabazia conserva resti di ville romane di epoca imperiale, visibili durante le Giornate FAI, e la sua fondazione come borgo fortificato è datata 1019, quando Papa Innocenzo III affidò al figlio del conte Bellisone i diritti di pesca nel lago presso il Castrum Anguillariae. Nel XV secolo con la famiglia degli Orsini, Castrum Anguillariae divenne contea incorporata nel Ducato di Bracciano. Nel 1693 il ducato venne acquistato dal marchese Francesco Grillo, mentre nel 1790 Anguillara Sabazia divenne Comune autonomo. Grazie all’opera degli Orsini, il borgo custodisce una splendida testimonianza della pittura rinascimentale di scuola raffaellesca: il Palazzo Baronale Orsini, attuale sede del Comune, dunque visitabile eccezionalmente durante le Giornate FAI, di cui si vedrà il piano nobile, composto da ambienti splendidamente decorati. Gli affreschi del Cinquecento, opera di vari autori tra cui Luzio Romano, celebrano le gesta del committente, il conte Gentile Virginio Orsini, famoso condottiero e Capitano generale della flotta pontificia ai tempi di Papa Paolo III. Sono ritratte celebri battaglie navali combattute fra la Lega cristiana e i Saraceni, oltre a mirabili vedute di Napoli, Venezia e Castellamare di Stabia, allora basi di partenza delle navi della flotta. Gli splendidi giardini interni della fortificazione medievale offriranno ai visitatori una splendida vista sulle limpide acque del Lacus Sabatinus, antico nome del lago di Bracciano. Il percorso, tra le altre tappe, toccherà l’enigmatico murale de “La ragazza che guarda il lago”.

Anguillara Sabazia è un sito che fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI d’Autunno, in quanto beneficia di fondi europei PNRR-Programma Caput Mundi.

 

CASTELNUOVO DI PORTO (RM)

Itinerario tra le chiese

In occasione delle Giornate FAI d’Autunno sarà possibile scoprire un itinerario unico tra le chiese di Castelnuovo di Porto, abitualmente non accessibile nella sua totalità. Le chiese che punteggiano il borgo, immerso nel Parco di Veio e nel paesaggio collinare della campagna romana dominata dal Monte Soratte, con scorci suggestivi sulla valle del Tevere, testimoniano i secoli di vita religiosa e civile della comunità, dal culto dei santi protettori alle confraternite locali fino alle committenze nobiliari. Le trasformazioni barocche e ottocentesche hanno arricchito il borgo, integrando stili artistici diversi. Il percorso tocca cinque luoghi emblematici: la Chiesa di Sant’Antonio Abate, di impianto seicentesco, custodisce un altare ligneo barocco e testimonia la devozione popolare per il santo protettore degli animali; la Chiesa della Madonna della Virtù, situata lungo Via Roma, è caratterizzata da una facciata semplice e da interni arricchiti da affreschi votivi; la Collegiata di Santa Maria Assunta, cuore religioso del borgo, si distingue per l’imponente impianto rinascimentale e per gli interventi successivi che ne hanno impreziosito le cappelle laterali e la decorazione interna; la Cappella di San Silvestro, all’interno della Rocca Colonna, rappresenta un raro esempio di cappella privata signorile, con tracce di affreschi medievali che raccontano il forte legame tra potere feudale e culto religioso; la Chiesa di San Sebastiano, eretta nel XIII secolo dalla popolazione devota per venerare il santo. Insieme questi edifici tracciano un itinerario che offre l’opportunità di ammirare architetture diverse, dalle cappellepiù intime alle chiese parrocchiali, e che unisce arte, fede e storia alla scoperta del patrimonio meno noto ma più identitario della comunità.

 

CANTALUPO IN SABINA (RI)

Sant’Adamo a Cantalupo, duemila anni di storia e di bellezza

Sant’Adamo è la testimonianza più significativa giunta fino a noi delle piccole chiese di campagna anticamente molto diffuse nel territorio della Sabina, tanto che sabato 11 ottobre alle ore 16 la visita durante le Giornate FAI d’Autunno sarà arricchita da una conferenza intitolata “La costruzione dello spazio cristiano in Sabina tra alto e pieno Medioevo”, a cura del professor Umberto Longo, docente di Soria medievale alla Sapienza di Roma (l’incontro si terrà nella Chiesa di S. Adamo, accesso libero). Notizie precise sulla fondazione della chiesa non esistono, come pure mancano per il santo, in realtà beato, cui è dedicata e che, secondo la tradizione, visse nel luogo in cui è stato costruito l’edificio. La prima citazione di una cappella di S. Adamo nei documenti di Farfa risale al XII secolo. L’edificio venne rifatto nelle forme attuali nel XV secolo e adornato con notevoli affreschi tardogotici che ricoprono l’abside e i muri della navata. Nel catino absidale, sotto un tetto di coppi multicolori, è raffigurata un’Incoronazione della Vergine tra Santi. Nel registro inferiore dell’abside si trova una serie di affreschi di Santi, parzialmente rovinati. Nella navata, sulle due pareti, altre rappresentazioni di Madonne del Latte e Santi, ripetuti più volte in riquadri incorniciati, tutti con i loro simboli parlanti: Sebastiano legato al palo e colpito da frecce, Adamo con la zampa di mulo, emblema del suo miracolo più famoso, Santa Lucia con il piattino con gli occhi. Nella parte ancora scialbata della navata, alcuni saggi di restauro fanno suppore si debbano trovare altri affreschi. La chiesa, proprietà privata dopo la soppressione dei beni ecclesiastici del 1867, ha passato alterne vicende. Venne acquistata nel 2000 dalla famiglia Bolton che l’ha poi donata al Comune di Cantalupo.

 

GAETA (LT)

Montagna Spaccata

Le Giornate FAI offrono la possibilità di effettuare una visita tra trekking, meditazione e geologia. La Montagna Spaccata si erge sul promontorio roccioso di Monte Orlando, a ridosso del centro di Gaeta, in una zona dove la città lascia spazio alla verticalità imponente della costa. Qui la roccia calcarea è attraversata da profonde fenditure naturali che precipitano verso il mare, creando un paesaggio drammatico e solenne. Tra queste pareti si insinua la scala di San Filippo Neri, scavata nella pietra, tra pareti ravvicinate e silenziose. Il percorso risale all’XI secolo: la leggenda narra che la “Montagna Spaccata” si sia fessurata nel momento stesso della Crocefissione di Cristo, come segno della potenza divina. Un’altra leggenda racconta poi che un marinaio turco, o saraceno, scettico dell’origine religiosa della grotta, toccando la roccia la sentì liquefare, tanto da lasciarci un’impronta, da allora chiamata la “Mano del Turco”. Apre l’accesso alla grotta una targa in marmo che ricorda le parole del Vangelo: “Alla morte di Gesù la terra tremò e le rocce si spaccarono”. Sulla parete di roccia della scala, prima di raggiungere la “Mano del Turco”, si possono ammirare sia le maioliche ottocentesche con alcune postazioni della Via Crucis e i versi del poeta Metastasio – le maioliche sono attribuite a San Bernardino da Siena – sia dei medaglioni con il monogramma di Cristo (JHS), risalenti al XV secolo. Alla fine del percorso della scala si trova la Cappella di San Filippo Neri, incastonata nella fenditura rocciosa della Montagna Spaccata, costruita nel XV secolo su un masso dove, secondo la tradizione, il santo si ritirava in meditazione.

 

SEZZE (LT)

Vigna La Penna

Nelle Giornate FAI d’Autunno sarà possibile visitare “Vigna La Penna”, una delle ville costruite nella vallata di Suso, posta tra i 200 e i 500 metri sul livello del mare, dove le famiglie notabili trascorrevano gli ozi estivi godendo della serenità campestre. È chiamata così per la presenza di una vigorosa vigna con diverse varietà d’uva. Lo stile lineare e rigoroso è tipico delle ville rustiche, concepite per le attività agricole e per ospitare i proprietari nel periodo estivo. L’attuale facciata d’ingresso è improntata al gusto della purezza e semplicità. Pur essendo databile tra la seconda metà del XVII e la prima parte del XVIII secolo, l’architettura ingloba elementi ispirati alla classicità romana. Le tenute venivano custodite da lavoratori molti dei quali provenivano dalla Ciociaria, che le coltivavano secondo il contratto della colonia o della mezzadria. Durante le visite sarà possibile conoscere la storia del bene e gli usi delle ville coloniche da parte delle famiglie nobiliari; inoltre, si potrà percorrere una passeggiata naturalistica, normalmente inaccessibile, che permette di godere della natura rigogliosa della vallata di Suso, oltre 6 ettari di uliveti, boschi di lecci e querce, vigne e coltivazioni stagionali che potranno essere eccezionalmente fruiti.

 

VEROLI (FR)

Per le Giornate FAI d’Autunno è previsto un percorso nel borgo di Veroli, arroccato sui Monti Ernici e affacciato sulla Ciociaria. Tra le tappe proposte ci sarà Casa Ricca Spagnoli (ingresso esclusivo per iscritti FAI), nel cuore del rione storico di San Leucio, dove l’intimità di una dimora privata si intreccia con l’energia di un laboratorio creativo, nato dall’estro di Ornella Ricca e Pietro Spagnoli. Chi vi entra non incontra semplicemente quadri e sculture, ma i gesti, le voci e i silenzi di chi li ha generati. Una collezione permanente di circa duecento lavori dialoga con mostre temporanee, rinnovando continuamente il confronto fra tradizione e linguaggi contemporanei. I laboratori, vibranti di colore e materia, permettono al visitatore di cogliere il momento fragile e potente in cui l’arte prende forma. La passeggiata toccherà, inoltre, i Fasti verolani, testimoni del passato più antico di Veroli come città ernica e poi romana, un raro calendario risalente al I secolo d.C. inciso su marmo, che documenta feste e riti civili e religiosi dell’Urbe, segno del forte legame politico e culturale con Roma imperiale, e il Monastero di Clausura delle Benedettine (ingresso esclusivo per iscritti FAI), fondato nel 1578, in un contesto segnato dalla riforma cattolica successiva al Concilio di Trento e dall’influenza del controllo papale. Nel Settecento il complesso è stato dotato di una chiesa che ancora oggi custodisce le spoglie di Suor Maria Fortunata Viti, verolese, beatificata nel 1967. Oltre la soglia d’ingresso, in un angolo appartato di Veroli, si trova la ruota con cui le consorelle comunicano con l’esterno. Diversi locali del monastero meritano attenzione, in particolare la sala di Pio IX, che meraviglia per le decorazioni.

 

Elenco completo dei luoghi aperti nel LAZIO e modalità di partecipazione all’evento su:

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?regione=LAZIO

Si ringrazia la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, da anni al fianco del FAI in occasione degli eventi nazionali. Nel corso delle Giornate FAI d’Autunno cinquanta siti storici, artistici e culturali destinatari di finanziamenti europei o rappresentativi delle politiche europee, saranno visitabili a testimonianza dell’impegno dell’Europa nella salvaguardia e sviluppo del patrimonio culturale italiano ed europeo. Le Giornate FAI d’Autunno 2025 si svolgono con il Patrocinio del Ministero della Cultura, di Regione Lazio, di tutte le Regioni e le Province autonome italiane.

 

Si ringraziano la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, da tempo al nostro fianco con i suoi volontari, e il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che hanno concesso l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo. Si ringrazia il Fondo Edifici di Culto per averci concesso l’apertura di alcune chiese di sua proprietà nell’ambito dell’accordo di collaborazione siglato con il Ministero dell’Interno. Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri e alla Croce Rossa Italiana.

 

Le Giornate FAI d’Autunno 2025 sono rese possibili grazie al fondamentale sostegno di importanti aziende illuminate:

Dolce&Gabbana, la casa di moda che fin dalla sua fondazione riconosce e promuove le eccellenze artigiane italiane e le bellezze artistiche e architettoniche del territorio, di nuovo vicina al FAI in qualità di Partner. Una speciale collaborazione basata sui valori comuni di italianità, cultura, tradizione, educazione e bellezza.

Groupama Assicurazioni, tra i principali player del settore assicurativo in Italia, da sempre impegnata nella salvaguardia del nostro patrimonio e già Corporate Golden Donor del FAI, rinnova il suo sostegno all’evento in qualità di Sponsor per il terzo anno consecutivo.

Seda International packaging Group, fondata in Italia nel 1964 e con sedi in Europa e Nord America, è un’eccellenza internazionale leader nella produzione di food packaging in carta. Già a fianco della Fondazione nella cura e manutenzione della Baia di Ieranto (Bene FAI a Massa Lubrense), consolida il suo sostegno in qualità di Sponsor dell’evento come naturale espressione dei propri valori aziendali, innovazione, sostenibilità e tutela del patrimonio ambientale.

Despar, presente da sessantacinque anni in Italia con oltre 1300 punti vendita a insegna Despar, Eurospar e Interspar e attenta alle esigenze dei territori in cui è presente, dal 2022 è vicina al FAI e per il terzo anno Sponsor dell’evento.

Si ringrazia Ferrero, storica amica del FAI, che per l’occasione offrirà le specialità Ferrero Rocher, fresche di produzione, in una selezione di luoghi.

Si ringrazia, inoltre, ITA Airways, azienda sostenitrice per il terzo anno consecutivo e che ha scelto di affiancare il FAI per contribuire alla tutela del patrimonio italiano di arte e natura.

Grazie, infine, a Ferrarelle Società Benefit, Partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, che ha donato il proprio prodotto per l’iniziativa ed è presente tra i luoghi visitabili con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE), patrocinato FAI ed esempio virtuoso di gestione responsabile delle risorse custodite, nonché di valorizzazione del patrimonio agricolo-paesaggistico.

 

Le Giornate FAI d’Autunno chiudono la Settimana di sensibilizzazione Rai dedicata ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 6 al 12 ottobre, come ormai da oltre 10 anni, Rai conferma l’impegno del Servizio Pubblico multimediale alla promozione, cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano. Rai sarà infatti in prima linea al fianco del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay e RaiPlay Sound per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio. Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d’Autunno 2025 anche attraverso la collaborazione di Rai per la Sostenibilità ESG.

 

Il FAI ringrazia la FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta per la preziosa e duratura collaborazione, che rappresenta un passo importante volto a coniugare la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale con un modello di mobilità dolce, capace di valorizzare i territori e ridurre l’impatto ambientale.

Grazie di cuore per l’organizzazione e la gestione dell’iniziativa a tutti i Delegati della Rete territoriale del FAI – 19 Direzioni Regionali, 134 Delegazioni, 112 Gruppi FAI, 94 Gruppi FAI Giovani e 18 Gruppi FAI Ponte tra culture – e a tutti i volontari attivi in Italia.

 

Un ringraziamento anche ai 9.000 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio, sentendosi direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della loro comunità.

 

Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

 

 

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