Dove c’è scuola c’è vita. Il suono della campanella è il segno concreto che le nostre comunità continuano a crescere – ha dichiarato oggi il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016, Guido Castelli – restituire agli studenti luoghi sicuri e moderni significa non solo garantire il diritto allo studio, ma anche difendere l’anima dei territori feriti dal terremoto. Le scuole e il grande servizio che garantiscono per le famiglie e le comunità locali svolgono una funzione essenziale anche per evitare lo spopolamento che colpisce le aree interne, in particolare quelle dell’Appennino centrale. Per questo interventi di questo tipo hanno un valore ulteriore nei territori colpiti dal sisma. Nel complesso dei territori colpiti dai sismi 2016-2017 sono previsti 455 interventi su istituti scolastici, per un valore di 1,5 miliardi di euro. Di questi, 228 hanno aderito all’Accordo Quadro, sbloccato dal Commissario stesso per accelerare il passaggio dai progetti ai cantieri e sostenere al meglio i Comuni e gli enti coinvolti. L’obiettivo è fare presto e bene: significa accompagnare concretamente i soggetti attuatori nel delicato passaggio dai progetti ai cantieri veri e propri.
Tra gli altri cantieri sbloccati nel cratere figurano anche la scuola elementare “Quintino Majorana” di Rieti e il nuovo Polo scolastico di Norcia, in corso di ricostruzione con quasi 23 milioni di euro per dare ai ragazzi della Città di San Benedetto un futuro certo e sicuro.
Sabato scorso è stato riaperto l’ITTS Eustachio Divini di San Severino Marche, una delle scuole più sicure d’Italia, e oggi, a Teramo dopo 199 giorni di lavori è stata riaperta la
Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Commissario Straordinario del Governo per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza
alla popolazione e la ripresa economica dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, Fornaci Cola, la nuova scuola intitolata a Luca Tancredi. La campanella è squillata oggi anche a Camerino, dove è ripresa l’attività scolastica nel nuovo istituto comprensivo Ugo Betti: un edificio da 15 milioni di euro, su quasi 9mila metri quadrati, che da oggi può accogliere più di 500 bambini.
All’interno della “Betti” prende anche forma un nuovo paradigma educativo, grazie al progetto promosso dalla Andrea Bocelli Foundation. L’iniziativa – sviluppata in collaborazione con il Commissario per la ricostruzione, i comuni, la Regione e il territorio – unisce funzionalità, bellezza e innovazione, offrendo spazi progettati insieme agli insegnanti e un allestimento che supporta metodologie didattiche avanzate. Musica, arte e digitale diventano strumenti per una didattica esperienziale, capace di valorizzare le competenze trasversali e socio-emotive e di mettere davvero il bambino al centro. Presenti, in questo primo giorno di scuola a Camerino Veronica Berti in Bocelli, Vicepresidente di “Andrea Bocelli Foundation” e Laura Biancalani, direttore generale di “Andrea Bocelli Foundation” da sempre vicine e attente, insieme al tenore, ai bambini del cratere con iniziative solidali volte a ricostruire strutture e comunità, partendo proprio dai più piccoli.
Non solo edifici, ma soprattutto servizi perché oltre i muri a fare la scuola sono le persone. In questo senso, con grande sostegno del Governo, c’è la garanzia di continuità scolastica grazie anche alla deroga ai vincoli normativi, sulla formazione delle classi nelle regioni del cratere 2016, inserita con un emendamento che il Commissario ha fortemente sostenuto, all’interno del Dl ricostruzione del 2023. Inoltre, con il decreto, arrivato in pieno agosto a firma del Ministro dell’Istruzione e del Merito, si accelera l’assegnazione delle risorse per l’organico sisma – docenti, ATA e personale scolastico – consentendo agli Uffici Scolastici Regionali di formare rapidamente le classi in deroga. Grazie a questi provvedimenti, le scuole dei territori interessati avranno risorse certe fino all’a.s. 2028/29.
“In questo primo giorno di scuola – ha concluso Castelli – rivolgo un augurio sincero a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, in particolare a quelli che sono cresciuti nelle SAE e che oggi sono i veri testimoni della ricostruzione in atto. Verso di loro sentiamo la responsabilità di restituire paesi sicuri, ricostruiti e vivi, con servizi e opportunità, così da evitare lo spopolamento e dare loro la possibilità di costruire il futuro di queste terre attraverso la loro energia e i loro sogni».