ZES, il Lazio resta fuori. Federlazio: “Rieti ancora una volta penalizzata”

La recente estensione della Zona Economica Speciale (ZES) alle regioni Marche e Umbria, dopo l’iniziale applicazione alle otto regioni del Mezzogiorno, penalizza il nostro territorio, che rimane escluso dai benefici della misura. La zona  ZES del Mezzogiorno, in cui dal 1° gennaio 2024, sono state unificate tutte le zone ZES create dal 2017, è stata  creata per sostenere l’attività d’impresa nei territori dove lo sviluppo imprenditoriale era  frenato da ritardi strutturali, economici o infrastrutturali.  La mancata inclusione nella Zona ZES della nostra provincia, confinante con le regioni Abruzzo e Marche, penalizza ulteriormente il nostro territorio e rappresenta una minaccia per lo sviluppo imprenditoriale dello stesso. Non per mancanza di requisiti, ma per un paradosso statistico: i dati positivi della provincia di Roma alzano artificialmente le medie regionali, penalizzando altre province laziali tra cui Rieti.

Rieti, in particolare, è la grande dimenticata. Un territorio che non cerca assistenza, ma chiede opportunità. Che non invoca sussidi, ma strumenti per competere ad armi pari: crediti d’imposta, semplificazioni burocratiche, incentivi agli investimenti, supporto all’internazionalizzazione. Esattamente ciò che una ZES dovrebbe offrire. Federlazio chiede con forza a tutti i rappresentanti delle istituzioni di farsi portavoce, in ogni sede, della richiesta di rivedere i criteri di accesso alla ZES, affinché non siano i numeri medi della Capitale  a decidere il futuro economico della nostra provincia. Rieti ha bisogno di politiche territoriali mirate, che non dimentichino chi parte da più lontano, ma ha voglia e diritto di correre al pari delle altre province confinanti.
Così nella nota Federlazio Rieti