“Rispetto e in gran parte condivido le rivendicazioni dei Sindaci circa le scelte che la Regione Lazio ha fatto, o che si appresta a fare, sulle Comunità Montane della nostra provincia e del Lazio. Ritengo però necessario andare un po’ oltre la mera rivendicazione, sia pure legittima, e giocare in attacco più che in difesa. A parer mio, oggi più che mai, si presenta davanti a noi l’occasione per riaprire una discussione profonda sul futuro di questi enti.
Ci sono proposte di legge regionale che puntano al riordino delle Comunità Montane o alla costituzione di Unioni di Comuni.
Organi istituzionali che, se re-istituiti, tornerebbero a tutti gli effetti nel pieno delle proprie funzioni. Strutture intermedie tra Comuni e Province capaci di riassumere quel ruolo di coordinamento per lo sviluppo socioeconomico a favore dei territori interessati. Partendo da questo assunto la battaglia e l’indirizzo che sarebbe utile intraprendere è quello di promuovere l’apertura di un confronto istituzionale nel quale chiedere, a stretto giro, al Consiglio Regionale e al Presidente Rocca un impegno reale che porti all’approvazione di una legge di riordino delle comunità montane.
Entrando invece sul particolare e più precisamente sulla Comunità Montana della Valle del Turano, pur condividendo quanto sottolineato da tutti gli amministratori locali; i quali rivendicano che una scelta più aderente al tessuto istituzionale locale sarebbe stata più corretta, ritengo sia utile spostare la traiettoria del ragionamento concentrandosi, più che sulla persona, sulla prospettiva di futuro che vogliamo dare alla nostra vallata. In questa fase dunque, a mio avviso, diventa necessario immaginare un percorso col neo commissario al quale va chiesto con forza di prendersi l’onere di avviare insieme ai Sindaci il confronto istituzionale che porti al processo di riforma sopra descritto. Ripeto non è una questione di persona! Nè tantomeno una difesa d’ufficio.
D’altronde, essere un Presidente in carica divenuto commissario per effetto di una legge di soppressione dell’Ente montano (voluta dal PD e avviata da Zingaretti ) o diventarlo a seguito di nomina per decreto, non credo cambi poi così molto. Sia nel primo che nel secondo caso il perimetro di azione è limitato e il compito principale resta quello di portare l’Ente in liquidazione. Se manteniamo la compattezza che da diverso tempo caratterizza l’Intera Valle del Turano, specie tra Sindaci, possiamo trasformare questo momento di empasse in una straordinaria opportunità. Da Amministratore locale della Valle del Turano lo auspico fortemente”. Così nella nota Matteo Simeoni