Aumento dei posti nelle strutture del territorio per l’assistenza delle persone con disturbi da uso di sostanze; incremento dei posti dedicati all’accoglienza “genitore-bambino”; grande attenzione ai pazienti con “doppia diagnosi”; aggiornamento degli standard organizzativi e nuove tariffe per la remunerazione dei servizi.
Dopo oltre 12 anni di sostanziale immobilismo sul tema dei servizi a tutela delle persone con disturbi da uso di sostanze, il Lazio rafforza le tutele di questi pazienti, sulla base di un nuovo Piano, attento ai bisogni e puntuale nelle risposte.
«Questa delibera rappresenta un passo fondamentale per rafforzare il nostro impegno nella lotta contro le dipendenze e nella tutela della salute pubblica. Abbiamo voluto dare una risposta concreta a un fenomeno che colpisce in modo trasversale tutte le fasce sociali e anagrafiche. Con questa nuova programmazione puntiamo su una presa in carico più efficace e su un sistema di servizi integrato e capillare, capace di accompagnare le persone lungo un percorso di cura, riabilitazione e reinserimento. Mettere al centro la persona, rafforzare la rete territoriale e garantire standard di qualità più elevati: questi sono i nostri obiettivi. La Regione Lazio continuerà a investire con decisione per arginare il disagio, ridurre i danni e offrire nuove opportunità di vita», dichiara il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.
Nello specifico, verranno potenziati tutti i setting di trattamento per coprire il bisogno di salute in maniera omogenea su tutto il territorio regionale. Nello specifico, per quanto riguarda la residenzialità, l’offerta è stata incrementata di 156 posti per il quadrante “Lazio nord” (Rm1, Rm3, Rm4, Viterbo e Rieti) e 308 per il quadrante “Lazio sud” (Rm2, Rm5, Rm6, Latina e Frosinone. Tale azione si colloca in una più ampia azione di rafforzamento dei servizi per le dipendenze patologiche che ha visto l’assunzione di nuovo personale, messo in atto dalla Giunta Rocca.
La Regione Lazio ha di fatto messo mano a una situazione che fino a oggi aveva visto un sostanziale immobilismo da parte delle passate amministrazioni sul tema dei servizi a tutela delle persone con disturbi da uso di sostanze. In particolare, si è proceduto alla stima del fabbisogno di posti residenziali e semiresidenziali a favore di queste persone, a partire da una attenta analisi del dato epidemiologico.
Verranno aumentate anche le disponibilità delle unità mobili dedicate sul territorio, il cui fabbisogno è stimato ad almeno una unità per ogni Azienda Sanitaria Locale.
Viene rafforzata, in modo omogeneo su tutto il territorio regionale l’accoglienza, “genitore-bambino” per un totale di 24 posti per adulti e 24 posti per bambini.
Particolare attenzione è stata dedicata ai pazienti con “doppia diagnosi”, ovvero persone con disturbi legati all’uso di sostanze (alcol, droghe, ecc.) associata ad altra patologia psichiatrica, in considerazione dell’aumento di questi utenti.
Infine, sono stati aggiornati i requisiti minimi autorizzativi e il sistema di remunerazione dei servizi che saranno resi in regime ambulatoriale, semiresidenziale e presso le Unità di strada.
La delibera passerà ora all’esame della Commissione consiliare della Sanità.
I NUMERI DELLE TOSSICODIPENDENZE NEL LAZIO
I disturbi correlati all’uso di sostanze e da addiction rappresentano un problema centrale per la salute pubblica e costituiscono un onere significativo per le persone colpite, le loro famiglie e le comunità di appartenenza.
L’ultima relazione nazionale al Parlamento italiano sulle droghe (2023), relativa all’anno 2022, stima che il 12% della popolazione adulta italiana abbia consumato almeno una sostanza illegale nell’ultimo anno. I consumi di cannabis nell’ultimo anno riguardano il 10.8% della popolazione italiana (18-64 anni).
I consumi di cocaina interessano l’1.4% della popolazione adulta italiana. Nella fascia di età giovanile i consumi nell’ultimo anno sono saliti dal 18.7% al 27.9% con un aumento riferito soprattutto ai cannabinoidi sintetici.
Nel Lazio, nel 2023, i servizi hanno assistito complessivamente: 13.701 utenti in carico per uso di sostanze, di cui 2.355 sono nuovi utenti (17.2%) e 11.346 soggetti già in carico o rientrati dagli anni precedenti (74.6%).
L’86.5% degli utenti sono uomini, con un rapporto maschi/femmine di 6:1 costante nel tempo. L’età media di tutti i pazienti è di 42.6 anni mentre i nuovi utenti hanno un’età media di 34.2 anni.
Per quanto concerne le sostanze, si conferma il calo dell’eroina e l’aumento della cocaina. Si osserva, inoltre, un leggero aumento dei nuovi utenti in carico per cannabis.
In ottemperanza alla normativa nazionale sul Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) la Regione Lazio, assicura, tramite i setting di cura ambulatoriale, semiresidenziale, residenziale e sul campo, le seguenti tipologie di trattamento: pedagogico riabilitativo, terapeutico riabilitativo, specialistico e riduzione del danno.
I servizi ambulatoriali sono così distribuiti: 44 sono servizi per le dipendenze (SerD), 9 sono presso gli istituti penitenziari, 1 è presso il Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio (CRARL) nella Asl Roma 1 e un servizio riduzione del danno nella Asl Roma 3.
L’utenza in carico, per singolo presidio territoriale, varia da un minimo di 32 utenti annui e un massimo di 950 (Serd Roma 2). L’attuazione della programmazione regionale, il tasso di occupazione dei posti e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione della mobilità passiva saranno oggetto di monitoraggio da parte della Regione Lazio.
Nella città metropolitana di Roma Capitale è stata prevista l’attivazione di almeno 3 strutture semiresidenziali di drop in diurno per un massimo di 75 posti. Per le Asl dei capoluoghi di provincia è stata prevista una struttura semiresidenziale di drop in diurno per ogni Asl.
Per quanto riguarda, infine, le Unità mobili, il fabbisogno stimato è di una unità per la Riduzione del danno h24 e una unità di Riduzione dei rischi “Grandi Eventi” su scala regionale.