Al via giovedì 12 giugno la campagna di scavi archeologici 2025 sul sito del santuario romano della dea Vacuna a Montenero Sabino. La missione, giunta alla VII edizione, è condotta dall’Università francese Lyon 2 in collaborazione con il Comune di Montenero Sabino e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti (funzionario responsabile di zona dott.ssa Nadia Fagiani).
Cantiere-scuola internazionale dell’Università francese, la campagna vedrà la partecipazione di otto studenti del corso di laurea e del dottorato in archeologia coordinati dal prof. Aldo Borlenghi, dagli archeologi Marylise Marmara e Kilian Blanc, dalla ceramologa Lucie Motta, dall’archeometra Anne Schmitt e dal topografo archeologo Alexandre Rabot che soggiorneranno nel borgo sabino fino all’11 luglio. Fondamentali nello studio risulteranno, inoltre, l’apporto sul campo del ricercatore topografo Andrea Angelini del CNR-ISPC e il contributo dell’archeologo Federico Giletti. Al termine della missione 2025, come di consueto i risultati verranno presentati nel corso di una giornata a porte aperte, con l’accesso all’area di scavo e a una piccola esposizione dei materiali antichi rinvenuti.
L’indagine archeologica sulla collina di Leone è l’unica in atto nella provincia di Rieti su un luogo sacro dedicato alla dea Vacuna. Avviata nel 2019 sulla base di alcuni rinvenimenti – tra i quali spicca il cippo con l’iscrizione alla dea Vacuna, conservato oggi a Palazzo Bonacasata –ha portato alla luce dei pavimenti a mosaico in eccezionale stato di conservazione, tra i più antichi del Lazio, oltre che numerosi materiali votivi, alcuni anatomici e in terracotta. La superficie interessata, nella quale è ancora ben visibile un grande edificio a più ambienti di età tardo-repubblicana, risulta essere occupata già dalla fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. Un luogo di culto pagano abbandonato poco dopo il regno di Costantino e poi parzialmente occupato in età medievale dalla Chiesa di San Giovanni in Leone, come dimostrato dagli studi del prof. Daniele Farese e dalla datazione delle tombe emerse nel corso delle precedenti missioni.
Gli studi dei prossimi giorni si concentreranno sul grande edificio repubblicano: un tempio, forse a tre celle e in tal caso dedicato a più divinità. “L’obiettivo – afferma il prof. Borlenghi – è completare l’indagine e ottenere una pianta completa per comprendere al meglio lo sviluppo e la funzione degli ambienti”. “Allo stesso tempo – aggiunge – ci aspettiamo di individuare ulteriori elementi utili a caratterizzare i muri e il tetto. Nel complesso, riusciremo ad avere una visione completa dei pavimenti a mosaico e delle decorazioni. Ciò risulta di fondamentale importanza per la ricostruzione storico-archeologica delle tecniche e degli stili diffusi a Roma e nel Lazio nel periodo delle guerre puniche e provenienti dall’Italia meridionale”. Senz’altro non mancheranno, inoltre, ceramiche, monete e altri oggetti indicativi degli aspetti cultuali e rituali del santuario.
“Salutiamo con consueto entusiasmo l’avvio di questa settima campagna di scavi. Un patrimonio in crescendo che ci arricchisce di anno in anno culturalmente e umanamente. Al di là delle importanti scoperte già avvenute e che, siamo certi, avverranno, siamo felici di accogliere i ragazzi francesi, i loro docenti e gli studiosi che prenderanno parte al progetto, per tutto il mese che verrà. Montenero è sempre pronto!” – ha dichiarato la sindaca Lavinia De Cola.