Focolai covid-19 in RSA, Cisl: “Una strage silenziosa”

“L’esplosione nelle RSA e nelle Case di Riposo d’importanti focolai d’infezione che hanno coinvolto ospiti, operatori e le stesse comunità locali impongono una riflessione seria per capire a chi va fatto il tampone e a chi vanno dati i dispositivi di protezione individuale. Stiamo assistendo a una strage silenziosa, dove i contagi per gli ospiti avvengono soprattutto tramite il personale, poiché sono 20 giorni che è fatto divieto ai familiari di fare visita agli ospiti.

Crediamo che l’estensione dei tamponi a chi, per la professione che svolge, rischia il contagio da Coronavirus è un dovere oltre che un obbligo. Troppi i morti tra i medici e gli operatori socio sanitari. I dati drammatici delle ultime ore impongono, per i dipendenti delle cooperative sociali, per i lavoratori della sanitàl compresa quella privata accreditata che svolge servizio pubblico, che copre il 40% del sistema sanitario regionale ed è in attesa di rinnovo di contratto da 13 anni, l’estensione del tampone e la dotazione di dispositivi di protezione individuale come mascherine, tute, guanti, calzari oltre a tutte le misure che consentano di lavorare in sicurezza. Sono loro che quotidianamente vivono in trincea e combattono il virus. Ed è a loro che per primi andrebbero estese queste misure. Sia per proteggerli che per proteggere le persone che gli sono vicine.

Mai come in questo momento risulta evidente la necessità di investire nel sistema sanitario, per troppo tempo sottoposto al rigore dei vincoli di bilancio, a partire dalle assunzioni di personale infermieristico, tecnico, amministrativo, professionale e di assistenza. E’ inoltre indispensabile fare di più sul lavoro agile, dando seguito ai provvedimenti normativi. Come organizzazioni sindacali abbiamo chiesto alla Regione interventi che vadano oltre i semplici annunci.

Nei giorni scorsi grazie all’intervento delle organizzazioni sindacali sono state ridefinite meglio le attività produttive davvero indispensabili e sono state ristrette le produzioni davvero indispensabili per garantire la continuità del nostro sistema sanitario e del settore dell’agro alimentare, ossia di quelle attività che adesso sono indispensabili. Con la Regione Lazio, prima ancora del decreto del Governo abbiamo ridotto gli orari dei supermercati alle 19 e la domenica alle 15. Si tratta di misure che si sono rese necessarie per tutelare anche quei Lavoratori che garantiscono un servizio essenziale.

Infine ieri alla Regione Lazio abbiamo proposto di poter far intervenire le casse previdenziali contrattuali private per verificare la possibilità di effettuare il tampone per la rilevazione del coronavirus.”

Così in una nota i segretari generali della CISL Lazio, FP CISL Lazio e FNP CISL Lazio, Enrico Coppotelli, Roberto Chierchia e Paolo Terrinoni.