Il piano di rientro per il grave deficit della sanità previsto dalla regione Lazio ha visto Rieti perdere progressivamente competenze e competitività mettendo a rischio la sopravvivenza stessa di servizi essenziali ed il significato stesso di Ospedale Provinciale. Vengono riportati alcuni atti come esempio relativi all’ultimo anno:
• Forte ridimensionamento e depauperamento dell’Ospedale di Amatrice che di fatto viene tenuto artificiosamente aperto solo per motivi di ordine politico, ridotto a punto di prima assistenza;
• Mancato reintegro di primari (circa 20) in servizi essenziali e di dirigenti medici trasferiti altrove o pensionati;
• Afferenze al Pronto soccorso di Rieti di urgenze provenienti da altre province del Lazio con impropria occupazione di posti letto destinati a servizi essenziali (come ricoveri programmati per oncologici);
• Accorpamento delle discipline chirurgiche per progressiva carenza del personale infermieristico. Non si tratta quindi di una ottimale redistribuzione del personale ma di vera e propria carenza che costringe a fare scelte di emergenza per non chiudere i Reparti, a seguire altre discipline saranno accorpate;
• Liste di attesa letteralmente esplose in alcuni servizi per progressiva mancanza di personale legata ai pensionamenti, iIn particolare per quanto riguarda la Diagnostica; e Gli attuali dati rispecchiano quasi mai la reale condizione delle comunità locali, ognuna con le proprie specificità. A tutt’oggi, infatti, non siamo in grado di sapere, neppure con approssimazione, quanti sono in Italia i malati di tumore, mentre la conoscenza dei dati, oltre a permettere l’individuazione delle cause, consente di orientare con accuratezza le risorse necessarie ed adattarle ai bisogni, evitando sprechi, ritardi ed omissioni. Un fattore strategico oggi, per altro, facilmente realizzabile grazie alle moderne tecnologie informatiche.
Intendiamo pertanto, – conclude il comitato reatino per il diritto alla salute – con l’aiuto dell’assessore e dei consiglieri regionali reatini portare tali istanze all’attenzione del Governo, al fine di non far crollare inesorabilmente l’Ospedale Provinciale San Camillo de Lellis, alcuni Servizi territoriali e con esso l’intera Sanità Reatina.
Consapevoli che talvolta non si tratta vere e proprie carenze di risorse economiche, ma di scelte aziendali, e che non è certamente con i “tagli orizzontali” che si realizza un vero risparmio economico, ma con programmi di prevenzione primaria (alimentazione, ecosistema, stili di vita) e riduzione delle patologie che colpiscono la popolazione attraverso cure appropriate e tempestive e politiche socio sanitarie ed assistenziali integrate.
A dichiararlo in un documento di analisi e proposta sulla grave crisi della sanità reatina è il comitato reatino per il diritto alla salute.