Vessato, marginalizzato, ferito professionalmente ed umanamente ed ora, costretto ad operare un cambiamento lavorativo che metterà in discussione il suo pregresso ed ipotecherà il suo futuro. Dopo quattordici anni di sacrifici, sotto il sole nel periodo estivo, al freddo e al gelo durante la lunga stagione invernale, Adelmo Leoni, storico custode della struttura sportiva comunale di rugby, sita in viale Fassini, dopo aver espletato per anni mansioni non retribuite (vedi le pulizie), una rivisitazione al ribasso del contratto e il passaggio, obbligato dall’Ente comunale, ad una cooperativa sociale, con una perdita sensibile dello stipendio legato ad un contratto a progetto, oggi rischia di essere trasferito in altro sito dal Comune di Rieti, immotivatamente. Insomma, al danno anche la beffa.
Il settantaduenne lavoratore reatino, presta la propria opera di custode in media dalle dieci alle dodici ore al giorno. Dal mese di settembre, per un diverbio con una delle due società sportive che gestiscono la struttura (diverbio che ha portato Leoni a presentare regolare denuncia presso la Procura della Repubblica di Rieti) non è più in grado di aprire e chiudere l’impianto sportivo, mentre durante le ore di lavoro, non gli è permesso, neanche per un minuto, di utilizzare le strutture interne, costringendolo così a restare per ore in piedi e al ghiaccio. Insomma, Leoni, attualmente, non è più in grado di custodire la struttura sportiva come il suo ruolo richiederebbe. In queste settimane, lo stesso, ha più volte cercato di spiegare la sua precaria condizione lavorativa al sindaco del Comune di Rieti Giuseppe Emili, nella speranza di un intervento immediato, anche rispetto alle gravi anomalie venutesi a creare, ma senza alcun risultato apprezzabile.
Allora, si trattò di due licenziamenti che contravvenivano alle più elementari norme in materia di diritto del lavoro e incapacità nella gestione delle risorse umane. Un caso in cui si intrecciavano, come nella vicenda di cui è protagonista Leoni, gli interessi del Comune e delle cooperative che ruotano intorno all’Ente, naturalmente a discapito dei lavoratori".
"Ieri come oggi – conclude il segretario della Fisascat Imperatori – continuiamo a pensare che il sindaco del Comune di Rieti Giuseppe Emili, non possa far finta di niente e che invece debba intervenire, per evitare che casi come quelli sopracitati diventino prassi”.