Pietrantoni, Polidori, Bussi, Gabrielli e Lurenzi per Cgil, Cisl, Uil, Flai-Fai-Uila di Rieti hanno inviato una lettera sulla vicenda del Distretto della Montagna, all’assessore all’agricoltura della regione Lazio Birindelli, al presidente della Provincia di Rieti Fabio Melilli e al presidente della Camera di commercio di Rieti Vincenzo Regnini, lettera che pubblichiamo integralmente.
Abbiamo appreso a mezzo stampa circa le questioni della spa Distretto della Montagna, e ritenendoci parti in causa, sia per la rappresentanza sociale di cui siamo portatori, sia per le proposte che abbiamo avanzato su un modello che riteniamo utile allo sviluppo delle aree montane e marginali stiamo a rivolgervi l?invito ad aprire un confronto con le realtà territoriali, che superi gli steccati di un confronto-scontro tra istituzioni e si apra alle forze sociali.
In particolar modo per quello che ci riguarda pensiamo utile riavviare rapidamente l’operatività della spa Distretto della montagna e passare rapidamente alla fase di una proposta per il territorio dell’ Appennino laziale, sgomberando il campo da quelle questioni che paiono emergere dalle vostre dichiarazioni, sia in merito alle responsabilità passate sia alle incongruenze tra l’accesso ai finanziamenti e le norme europee in materia di aiuti di stato. insomma anche qui serve un progetto di sviluppo concreto, partecipato, legato alla realtà locale.
Ad esempio, vorremmo aprire un confronto, riteniamo che la politica per le zone montane, i distretti della montagna, debba essere di pi? rispetto al mero strumento della defiscalizzazione, che, da solo, farebbe correre il rischio di calare dall’alto imprese sganciate dal territorio, e debba invece riguardare in generale l’intervento infrastrutturale a sostegno di piani di sviluppo condivisi dalle popolazioni locali, anche con il concorso di strutture di impresa, nell?ambito di una politica di tutela e salvaguardia del territorio.
E’ il caso anche di una nostra iniziativa, di Cgil, Cisl e Uil di Rieti rivolta alle valli salto e turano, dove da un lato proponiamo la costituzione di s.p.a di valle, alla cui capitalizzazione dovrebbero concorrere i beni immobili dei cittadini e dei comuni, una capitalizzazione capillare popolare e diffusa in mano ai cittadini per mettere a valore terreni e fabbricati onde poter finanziare, attraverso la vendita di una quota parte della società ad investitori istituzionali, progetti di impresa legati al territorio, dentro le vocazioni del territorio, dall’altro stiamo stimolando ogni ipotesi di associazione tra cittadini, dalla costituzione di consorzi tra proprietari alla costituzione di cooperative di comunità, inutile dire che le cose sono rimaste prive, a parte qualche lodevole eccezione, di interlocuzione presso i politici locali.