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sabato 13 Settembre 2025
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IL SINDACO EMILI RISPONDE AL "CAPITANO COSTINI E ALLA SUA GUARDIA DI FERRO"

Riportiamo integralmente il comunicato del sindaco Emili in risposta alla richiesta dei dirigenti provinciali del PDL  di convocazione straordinaria della direzione provinciale.

"Come i giovani della Giac (Gioventù italiana di Azione cattolica) degli anni Cinquanta, che si definivano “falangi di Cristo Redentore” ed erano pronti a eseguire ogni ordine di papa Pio XII (così cantavano: a un Tuo cenno, a una Tua voce un esercito marciar), altresì le falangi di Costini sottoscrivono, insieme al “Capo”, ubbidendo a un Suo cenno e a una Sua voce, una nota con la quale dimostrano di avere le traveggole.

La giunta comunale, infatti, composta da sindaco e assessori, la cui nomina e la cui eventuale revoca sono di esclusiva competenza del sindaco e che quindi fonda tale incarico esclusivamente sul rapporto fiduciario, non ha finalità diverse da quelle di amministrare il Comune secondo dettami normativamente sanciti.

Le quadrate legioni di cui sopra, sognando e illudendosi, vorrebbero che la giunta si costituisca in Tribunale Speciale per mettere sotto accusa cotanto “Caudillo”, il quale sarebbe ben felice di tanta attenzione, ma purtroppo per lui l’organo esecutivo del Comune ha ben altro da fare.

Quanto al processo che il “Capitano” Costini e i componenti della sua “Guardia di Ferro”, ovvero il detentore del 26,66 per cento dell’elettorato del centrodestra reatino e gli emuli di “Caio Gregorio” (il famoso fusto del Pretorio di caroselliana memoria) vorrebbero far intentare dal Pdl al sindaco, ricordo che il sottoscritto non è stato eletto dal Pdl, del resto ancora inesistente, ma entrambe le volte era sintesi di una coalizione di liste collocate nel centrodestra.

Ed allora cui prodest? il proclama del “Capo” e delle sue “quadrate legioni”? Evidentemente Costini ha letto Dino Buzzati e il suo “Deserto dei Tartari” e ha la necessità di tenere alto e desto il morale delle sue sparute truppe che, dopo averlo acclamato “Du-ce, Du-ce, Du-ce”, se lo ritrovano “ridotto” come un qualsiasi raìs votato a un martirio che nessuno vuole infliggergli. Anche perché, ormai, gli si addice di più il suicidio. Ovviamente quello politico.

Ps: Considero con la presente nota definitivamente esaurita sul piano dialettico la querelle. Come già detto, ho ben altro da fare".

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