Si è riunito il Comitato Esecutivo della Federazione della Sinistra, per analizzare lo straordinario risultato della tornata referendaria in merito a beni comuni e nucleare.
L’organismo giudica la valanga di “Sì” come un segnale di coscienza della società, rispetto a temi di vitale importanza e come una richiesta di partecipazione in netta contrapposizione con scelte verticistiche.
In questa nuova fase politica, nell’affrontare un tema importante come la scelta del candidato Sindaco di Rieti, pensiamo sia fondamentale individuare una personalità in grado, di rappresentare gli interessi del mondo del lavoro, di restituire al Comune il ruolo di guida dei processi sociali ed economici, di ridare ai partiti in un rapporto dialettico costante e rispettoso il ruolo e la funzione che gli competono e di ascoltare le richieste che emergono dalla società e quindi in grado d’intercettare il gradimento dell’intera coalizione di centrosinistra.
Urgenza questa testimoniata dalla mancanza di futuro che attanaglia la società reatina frutto dei venti anni di malgoverno della destra, rispetto al quale risulta improcrastinabile una discontinuità.
Se ciò non risulterà possibile, la Federazione della Sinistra, parteciperà con convinzione alle elezioni primarie mettendo a disposizione della collettività le risorse umane e le capacità politiche di cui dispone, nel rispetto di questa impostazione e dell’idea di città che abbiamo, che parte cioè dal valore del lavoro e dai bisogni dei cittadini.
Proponiamo di consolidare le relazioni costruite in questi anni e di costruirne di nuove per dar vita ad una rete tra tutti i soggetti – comitati, associazioni, partiti che , attraverso una proposta di “Costituente dei Beni Comuni “ sono interessati a condurre questa battaglia politica e culturale. Volontà politica di dare un seguito a questa straordinaria mobilitazione sociale, a questo senso civico diffuso, a questo senso comune anticapitalista, vivificando attraverso la partecipazione dal basso la possibilità di costruire un’alternativa degna di questo nome.
Per noi infatti, la lotta allo sfruttamento e l’allargamento dei beni comuni sono le due facce della stessa medaglia che vogliamo mettere al centro dell’azione politica. Lo faremo come parte di un movimento più ampio, quello che in questi mesi ha saputo coagulare intorno a sé energie, individuali e collettive, che parevano consegnate all’oblio, suscitando passione e mobilitazione. Dal dialogo aperto e disinteressato fra queste forze vitali che hanno saputo riformulare l’agenda della politica italiana, può venire la spinta decisiva ad un cambiamento profondo e la ripresa del cammino della democrazia.