160° Anniversario dell’Unità d’Italia: quando Rieti uscì dallo Stato Pontificio

Si celebra oggi, 17 marzo 2021, il 160° Anniversario dell’Unità d’Italia, evento storico che vide la propria istituzione a festa nazionale nel 1911.

L’Unità d’Italia rappresenta la nascita dello Stato italiano, nonché il compimento delle lotte garibaldine, iniziate nel 1859, che trovarono esito solamente quando, il 21 febbraio 1861, Camillo Benso, Conte di Cavour, allora Presidente del Consiglio, presentò un decreto divenuto legge il 17 marzo dello stesso anno: quel giorno veniva sancita l’Unità d’Italia e proclamato unico Re Vittorio Emanuele II.

Prima dell’Unità, Rieti faceva parte dello Stato Pontificio, al confine con il Regno di Napoli. Nel XIII secolo, per ragioni amministrative e complice la posizione particolarmente strategica, Rieti fu spesso scelta come dimora dei papi; il Vescovado, anche noto come Palazzo Papale, fu infatti sede di ben cinque pontefici: Innocenzo III, Onorio III, Gregorio IX, Niccolò IV e, infine, Bonifacio VIII.

In realtà, Cavour non aveva previsto l’accorpamento di Rieti nel Regno d’Italia, avendo invece l’obiettivo di mantenerla nello Stato Pontificio. Tuttavia, i reatini ebbero la meglio, ottenendo la scissione dai territori del pontefice e la conseguente annessione al Regno d’Italia.

Divenendo capoluogo del circondario di Rieti, la città fu inizialmente annessa alla provincia di Perugia, entrando così a far parte del territorio umbro. Solo molti anni dopo, nel 1923, Rieti divenne territorio del Lazio, con l’annessione alla provincia di Roma: quattro anni più tardi, infine, nel 1927, un decreto emanato sotto il governo fascista proclamò l’istituzione di diciassette province, tra le quali Rieti, nella quale veniva finalmente accorpata anche Cittaducale, fino ad allora parte del circondario di Aquila degli Abruzzi. Nel 1928, infine, anche Rieti ottenne la propria unità, accogliendo entro i propri confini i territori di Contigliano, Cantalice, Poggio Fidoni e Vazia.