Luigi Conti – Il sottosviluppo insostenibile

Luigi Conti ha cinquant’anni, vive e lavora a Rieti, ha una laurea in giurisprudenza conseguita presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e una licenza in bioetica ottenuta presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma. E’ sposato con Marina Salvi ed ha sette figli.

IL SOTTOSVILUPPO INSOSTENIBILE

Ecco che ritornano i problemi dell’alimentazione con il bai-passaggio dei risultati positivi della cosiddetta rivoluzione verde, evidenti nell’aumento imponente della produzione agricola e della commercializzazione dei prodotti agricoli, riportando in evidenza problemi economici graditi alle grandi company del settore. Come quelli abituali delle Sette Sorelle ( e cugine aggiuntesi nel frattempo) a far registrare la diminuzione o l’aumento, secondo volere, comodo ed interesse, dell’estrazione di petrolio, a gocce o a go-go, condizionando i mercati. Per i gusti e i piaceri degli sceicchi del Golfo e per gli stessi magnati, mentre si registra la scoperta di sempre più numerosi giacimenti, tanto da far pensare a molti che l’oro nero ci sarà fino a quando servirà, giungendo in misura abbondante anche nel momento in cui ne faremo certamente a meno, perché sostituito da altro carburante, come si sta già verificando.

Il libro di Conti, e non poteva essere diversamente, essendo stato scritto da un cattolico, apre un tempo di riflessione sulla saggezza biblica e ricorda “che l’universo appartiene a Dio, che lo crea dal nulla e senza l’aiuto di nessuno…L’uomo riceve il Creato in amministrazione dall’unico Signore e padrone dell’Universo e a lui egli dovrà rendere conto…E’ senz’altro bene che si sviluppino un crescente dibattito e una diffusa preoccupazione per la conservazione della natura, e che questo dibattito arrivi ai più alti livelli, purché non si dimentichi che la principale risorsa dell’uomo, insieme alla terra, è l’uomo stesso, la sua intelligenza e la sua coscienza, con cui egli può creare e migliorare tecniche affidabili per modificare l’ambiente naturale e l’ambiente umano in favore di tutta l’umanità e in sicurezza”.

Che Luigi Conti sia un cristiano non a parole, ma con i fatti, lo dimostra il suo amore per la vita, per l’apertura alla vita, per l’accoglienza della vita che il Creatore gli ha regalato abbondantemente attraverso sette figli, così come ben sedici ne ha regalati alla famiglia Anania di Catanzaro, che ha stupito il mondo occidentale, quando ha letto la notizia del prossimo parto della signora Rita sul Corriere della sera del’11 giugno 2013, quel nostro mondo che è afflitto dalla penuria di nascite, perché ha accolto la cultura della morte e non se ne riesce più a liberare.

Conti rammenta che “all’uomo sono stati dati sia la natura fisica sia se stesso come natura; ambedue contengono un mandato perché rappresentano un disegno, ma ben superiore è il secondo, a cui la stessa natura fisica è finalizzata. Inoltre, questa missione, questo disegno, libera l’uomo dalla schiavitù del proprio arbitrio, gli dà un copione cui attenersi e lo trasforma in custode del Creato e di se stesso, perché anche quel se stesso è creato”.

Conti infine conclude sostenendo che lo sviluppo di domani non sarà tanto una questione economica o di biologia naturale, ma innanzitutto un problema più sociale e morale in quanto dovrà riguardare lo sviluppo totale dell’uomo, di tutta l’umanità e sarà anche un problema di giustizia globale riferito a tutte le donne e gli uomini del pianeta e non a pochi privilegiati.

Il libro pare scritto per fornire materiale per un dibattito, a cui si potrà partecipare ed assistere con non poca soddisfazione, non solo scientifica e morale, ma anche spirituale, grazie ai temi tutti attuali e comunque avvincenti che esso contiene.